sabato 25 febbraio 2017

Uccellina, Petriolo, S.Galgano



Possiedi solo ciò che puoi portare con te; conosci le lingue, conosci i paesi, conosci la gente. Lascia che la tua memoria sia la tua sacca da viaggio.
Aleksandr Isaevič Solženicyn





Le mie sei regole di viaggio:
  1. Sono io che decido del mio destino, io e solo io. Se le cose non vanno per il verso giusto, cerco di cambiarle.
  2. I soldi per me non sono mai stati una motivazione per partire. Sono spesso solo un alibi per non partire.
  3. La gente che ho incontrato nel mondo è sempre stata buona con me, quindi deduco che lo sia per natura.
  4. Viaggiare da soli è importantissimo e bisogna farlo molte volte nella vita.
  5. Incontrare persone è per me, adesso, la cosa più importante di un viaggio
  6. Casa è dove mi sento felice e mi sento me stesso.




Essere consapevoli di ciò che si prova dentro di sé, senza sentirsi sbagliati, é il passo fondamentale per divenire padroni di se stessi.
Schopenauer



CHI TEME OGNI NUBE, NON PARTE MAI




A volte devi indietreggiare di uno o due passi, riconsiderare, staccare per un mese. Non fare niente, non volere niente. La pace è fondamentale, il ritmo è fondamentale. Qualsiasi cosa tu voglia non l’avrai provandoci con troppa insistenza. 
- Charles Bukowski -



Sbarazzati di tutto ciò che offende la tua anima. - Walt Whitman -


"Ti assicuro che ho comprato il biglietto di ritorno e non ci tornerò più in questa triste città! Lascio alla signorina Rottermayer tutta la gioia di vivere in una città triste e senza calore! Io non potrei mai accontentarmi di una stanza senza farfalle! Ho bisogno di prati verdi per respirare. … Basta con queste stanze vuote piene di vecchi cimeli! Via via…!"

Heidi



Il futuro non esiste. Passiamo una vita a rincorrerlo e quando lo raggiungiamo scopriamo che era solo presente. Jim Morrison.


Giro esplorativo per il trek di maggio al parco dell'uccellina in una splendido febbraio di sole. Qui è cala di forno una baia splendida e, almeno in questo periodo, completamente isolata. Sembrava di stare in grecia. Il posto è pieno di fascino con le sue torri di guardia e i daini che pascolano indisturbati.


Il miracolo nasce quando si mette tutta l'attenzione in qualsiasi cosa. I distratti non conoscono il miracolo.

Torre di guardia contro le invasioni saracene. Sullo sfondo il canale che porta al ponte delle tartarughe. Questi monti dell'uccellina sono cosi' pieni di fascino, cosi' a ridosso del mare, cosi' verdi, cosi' ancora singolarmente selvaggi.


Un mare di verde dai monti al mare. Ci sono anche un paio di paludi rimaste dal passato, guardando dall'alto si vedono i cinghiali, a branchi, che, tranquilli, arrivano fino alla riva del mare.


I bufali dell'uccellina con tre vitellini al calare del sole. Non si può più entrare in camper nel parco per cui ho dovuto allungare di una decina di km aggiuntivi in bici ma su una ciclabile splendida che mi ha permesso di fare incontri come questo.


La vita è cosi' semplice, non capirò mai perchè la rendiamo cosi' difficile.


La piccola meravigliosa spiaggia delle cannelle, si arriva dall'ingresso sud, quello di Talamone. Il rientro è per la grotta dello Stoppa, panoramicissimo sulla maremma, l'argentario, giglio e giannutri.





Di san Galgano si sa che morì nel 1181 e che, convertitosi dopo una giovinezza disordinata, si ritirò a vita eremitica per darsi alla penitenza, con la stessa intensità con cui si era prima dato alla dissolutezza. Il momento culminante avvenne nel giorno di Natale del 1180, quando Galgano, giunto sul colle di Montesiepi, infisse nel terreno la sua spada, allo scopo di trasformare l'arma in una croce; in effetti nella Rotonda c'è un masso dalle cui fessure spuntano un'elsa e un segmento di una spada corrosa dagli anni e dalla ruggine, ora protetto da una teca.


Per volontà del vescovo di Volterra  nel luogo della morte di San Galgano fu edificata una cappella terminata intorno al 1185 e successivamente la costruzione di un vero e proprio monastero.


Nel XIV secolo la situazione iniziò a peggiorare: prima la carestia del 1328 poi la peste del 1348, che vide i monaci duramente colpiti dal morbo, portò all'arresto dello sviluppo del cenobio. Nella seconda metà del secolo l'abbazia, come tutto il contado senese, venne più volte saccheggiata dalle compagnie di ventura che scorrazzavano per il territorio. Tali vicende portarono ad una profonda crisi nella comunità monastica, tanto che alla fine del secolo essa si era ridotta a sole otto persone.




Nel 1503 l'abbazia venne affidata ad un abate commendatario, una scelta che accelerò la decadenza e la rovina di tutto il complesso. Il governo degli abati commendatari si rivelò scellerato, tanto che uno di loro, alla metà del secolo, fece rimuovere per poi vendere la copertura in piombo del tetto della chiesa: a quel punto le strutture deperirono rapidamente. Risulta da una relazione fatta nel 1576 che abitasse presso il monastero un solo monaco, che neanche portava l'abito di frate, che le vetriate dei finestroni era tutte distrutte, che le volte delle navate erano crollate in molti punti e che, presso il cimitero, rimanevano solo parte delle rovine delle infermerie, demolite all'inizio del Cinquecento. Nel 1577 furono avviati dei lavori di restauro, ma furono interventi inutili che non riuscirono minimamente ad arrestate il progressivo degrado. Nella relazione fatta nel 1662 si legge che "La chiesa non può essere tenuta in peggior grado di quello che si trova e vi piove da tutte le parti". Alla fine fu abbandonato.


L'antica via per chiusdino. Fantastica. Attraversa vallate intatte e la luce di oggi non fa mancare niente. Su ogni crinale un paese, un castello, una torre. Veramente bello.


Qua sotto il mio alter ego :-)

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Pani : la leggenda dell'"Ors"

Località Pani di Raveo, 900 mt. di altitudine: l'Ors di Pani, uomo-leggenda viveva qui da patriarca e padrone di prati, boschi, stavoli e animali. Possedeva oltre al bestiame, trecento ettari di bosco, una decina di case e numerose baite per un valore allora stimato di cinquanta milioni. Lo ricordano come lavoratore accanito e uomo di cuore.Qui viveva con la sua famiglia Antonio Zanella nato ad Amaro nel 1887, cavaliere del lavoro, personaggio unico e noto per le sue stranezze e la ricchezza, e che trovò una tragica fine nel marzo del 1955, assassinato assieme alla figlia. 

Venne chiamato Orso per il suo aspetto: la lunga barba incolta e i capelli rossicci arruffati. In realtà dicono che fosse aperto all'ospitalità di chiunque andasse dalle sue parti, e ad atti di concreta solidarietà, come quando donò due milioni alla latteria sociale e un milione all'asilo. Per il suo buon cuore caritatevole gli fu appunto assegnata la medaglia di cavaliere del lavoro.

Si ricorda che durante l'occupazione cosacca destinò gran parte del suo gregge per sfamare la popolazione e i combattenti partigiani, che nascose e ospitò nella sua valle. Fu messo al muro dalle truppe cosacche, che suggestionate dal suo aspetto quasi mistico, alla fine lo liberarono,