martedì 26 marzo 2013

...pian di meta vecchia


Il casale di pian di meta vecchia, ritratto dal podere Caggiolo, nel suo splendido isolamento. Sono infatti 7 i km tutti in discesa (o in salita, per andare via!) che occorre percorrere dal centro più vicino, Castiglione d'Orcia. Curioso anche il fatto che questo isolamento è stagionale, si riduce infatti d'estate quando il guado dell'orcia diventa praticabile con un'auto e si apre allora il mondo di montalcino, con le persone, i paesi, il pastore....


Elena e Andrea in uno splendido ritratto di gioventù! Che belli! E che bella la loro idea messa in pratica, la loro forza di volontà, il loro percorso!


Andrea Varisco, alias il Francesco Guccini della val d'orcia, ottimo chef, memorabile il brasato serale - memorabile nel senso che si è fatto sentire tutta la notte! - qui stupendamente ritratto sul canal grande.

      
L'abbazia di Sant'Antimo, d'estate con il campo rosso di papaveri e l'austero interno con il sole che filtra dalle finestre. Il posto è magico, fermo nel tempo, è la pietra che canta.




Il treno natura avanza tranquillo, ignaro del fatto che nel tunnel dei pazzi sconsiderati camminano tranquilli sui binari, chi guardando fisso davanti a se per ignorare la paura, chi cercando di scacciare i fantasmi della mente che escono dalle garitte nere di fumo, piene di mostri pronti a uscire fuori....per fortuna, ma lo abbiamo saputo poi, il treno gira solo di domenica!!



...ed ecco i veri protagonisti del giro, gli splendidi pastori maremmani del potere casalta! Come si può notare dalle zampe anteriori incrociate in segno di assoluta tranquillità, socievolezza e arrendevolezza hanno in realtà seminato il panico nel gruppo e, cosa ancor più grave, alimentato il sospetto che si nascondessero dentro ogni podere per azzannare i sederi, peraltro magrissimi, dei partecipanti. Alla fine anche il cucciolone più arrendevole veniva preso per un lupo feroce e i cambiamenti cromatici sui volti dei camminatori denotavano una paura folle e improvvisa che portava a delle vere e proprie crisi isteriche. In realtà, come vedete, sono davvero due cagnoloni che non farebbero male a una mosca...


Il castello di ripa ritratto dal poggio al vento. I litri di vino rosso, denso e corposo, in corpo iniziano a farsi sentire e la limatura diventa più profonda e accurata, ai limiti dello stress psicofisico e dello svenimento. Per fortuna ogni tanto la coppia di piccoli segugi al seguito distrae la ragazza dai suoi intenti aggressivi....




Il monte amiata con la pista della contessa ancora innevata sorveglia bonario le peripezie dei partecipanti, sono state tre bellissime giornate. willis.

lunedì 25 marzo 2013

..la montagna è una febbre


M.te sernio dal terrazzo di cabia

“La montagna è una febbre che ti prende da giovane e ti resta dentro, anche se il mondo va cambiando intorno a te, anche se i muscoli un giorno dicono basta e la famiglia reclama i tuoi spazi, e forse altre ragioni di vita meno egoistiche e più nobili vengono a sovrapporsi nel corso del tempo. Nonostante tutto alpinisti si resta, e da alpinisti, fino all’ultimo, si continua ad osservare le montagne con sguardo obliquo, cercando vie di salita, vagliando i colori e la grana della roccia, soppesando le condizioni del ghiaccio nell’algida luce di un’alba o nel riverbero di un tramonto. L’attaccamento alle pareti non si misura con gli anni e forse nemmeno con l’azione. Si misura con la passione. Questo è il fantastico, enigmatico, umanamente folle e follemente umano fascino della montagna, dove non ha senso ciò che si vede, ma solo quello che non si vede. Quella fiammella che gli alpinisti si portano dentro cercando di non scottarsi troppo.” (Enrico Camanni).


M.te amariana dal terrazzo di cabia

“Sarà solo un attimo: un attimo di grande chiarezza e una sensazione pacificante; immerso nella consolante vastità dell'universo, l'uomo non la guarderà, ne farà parte.” (Nives Meroi)


“Quest'universo dell'alta quota mi entra nella pelle senza che riesca ad analizzarlo, come se affogassi, inesorabilmente, nell'immensità.” (Pierre Beghin)


“Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà.” (Bernardo di Chiaravalle)