martedì 20 dicembre 2016

Annapurna, il rientro - Nepal 5/5

Dopo la sveglia alle tre e una notte difficile, con la temperatura che scende abbondantemente sotto zero - trovo infatti la bottiglia al mio fianco con l'acqua trasformata in un blocco di ghiaccio - senza dire una parola di troppo ci mettiamo in cammino alla luce delle frontali mentre nevica dolcemente e la luna splende, piena, dietro le montagne. Abbiamo appena fatto una colazione raccapricciante a base di porridge al sapore di cipolla, e adesso, alle quattro del mattino, a 4300 metri, occorre solo mettere un passo dopo l'altro, lentamente, dosando il respiro, e salire al Larka la, il passo Larka, 5106, che ci metterà in comunicazione con la zona del santuario dell'Annapurna.

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E' dura, ma vedere il cielo schiarire lentamente prima dell'alba e ammirare il sole che esce da questa corona di montagne himalayane è stato meraviglioso, indimenticabile.


Qui i ghiacciai sono come autostrade, 70, 80, 100 km di colossali strade di ghiaccio, in remissione, che si fanno strada tra queste montagne maestose. Le morene che li contengono sono grandi come palazzi di 20 piani; il pianeta terra, nel suo giro attorno alla sua stella, li illumina con luci cangianti che suscitano in me un fascino particolare. Questo posto rimane immutato eppure estremamente mutevole.




Roby e la Cri a Dharamsala, nel campo tendato che ci ha ospitato.


La vita è molto più che mera sopravvivenza, purtroppo milioni di persone hanno scelto di sopravvivere piuttosto che vivere. Il loro unico valore nella vita sembra essere sopravvivere il più a lungo possibile. ...quando la sopravvivenza diventa lo scopo, come risultato hai paura di vivere. La vita è pericolosa e ti richiede di continuo di mettere a repentaglio la sopravvivenza: solo cosi' si può vivere. Se si è troppo attratti e ossessionati dalla sopravvivenza, si cerca soltanto di sentirsi al sicuro  e protetti, ma essere al sicuro e protetti significa essere morti. (osho)


Si perde vitalità e si vive superficialmente, senza profondità, senza altezze. La vita diventa noiosa, scontata. Non c'è avventura, non c'è esplorazione e non ci sono sorprese nè misteri. E niente mai viene rivelato a una persona cosi': rimane chiusa all'esistenza e l'esistenza rimane chiusa a lei, non si incontrano mai, non c'è comunione. Vivere intensamente e totalmente anche per un solo istante ha più valore di sopravvivere per cento e più anni: quella non è vita, è vegetare.(osho)


Bandiere di preghiera al Larka la. Un passo dopo l'altro, un respiro dopo l'altro siamo arrivati. La Cri in splendida forma ci ha preceduti, qui sotto ci abbracciamo al cartello del passo, il punto più alto del nostro trek e anche quello più alto dove sia mai stato. L'ambiente di alta montagna è splendido in questa bella giornata di sole e soprattutto senza vento, che qui sembra essere una costante dopo le prime ore della mattina. Siamo circondati da montagne spettacolari, un momento speciale.


...la vita non ha uno scopo che non sia la vita stessa...allora ogni istante diventa prezioso, un dono. Considero la sopravvivenza - l'idea stessa della sopravvivenza, l'ossessione, l'attaccamento - una delle più grandi calamità . Occorre non ritirarsi davanti a una sfida: ma buttarsi, darle il benvenuto, cogliere l'occasione: allora la vita è come una fiamma, la vita inizia a sbocciare. (osho)


Questi crepacci immani segnano profondamente la superficie degli spazi che ci stanno dintorno. Geometrie irregolari, costruite nel tempo dal capriccio della natura caratterizzano questa zona dove l'uomo può essere solo ospite temporaneo.


Scendere dal larka-la ci introduce in un nuovo paesaggio, quello del santuario dell'Annapurna, area protetta ma che, a differenza della zona da dove proveniamo, non necessita di guida personale. Questa nuova visione è magnifica, la catena dell'Annapurna è formata da 6 cime, da 7200 a 8091 ed è uno degli 8000 più difficili da salire.


Il giro dell'Annapurna è uno dei primi circuiti di trek in Nepal, se non il primo, e in alta stagione c'è una folla proveniente da tutto il mondo. Le strutture sono di livello differente ma anche la gente non è più la stessa.

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Qui in discesa dal Larka-la. Il paesaggio è a mio avviso uno dei più belli di tutto il giro.


Spazi sterminati tutto attorno a noi


La civiltà ha fallito perchè si è messa contro la natura. L'uomo è stato molto arrogante nei confronti della natura, ha tentato di conquistarla, il che è assolutamente ridicolo perchè noi stessi siamo parte della natura....L'uomo deve reimparare ad avvicinarsi agli alberi, alle foreste, alle montagne, agli oceani. L'uomo può vivere felice soltanto insieme alla natura (osho) 


Al tramonto il solito spettacolo di luci e colori. La temperatura scende vertiginosamente. Dopo il sole che cuoce e abbronza, scende un freddo polare. Ma questo spettacolo più di ogni altro scalda il cuore. E ogni sera cosi'.


Al mattino fuori è freddo perchè il sole, nel lodge dove eravamo, arriva tardi. Quindi occorre metterci addosso tutto quello che abbiamo che, dopo 2 settimane di cammino senza grandi lavaggi, versa in condizioni abbastanza pietose. Poi via via che il giorno progredisce ci leveremo quasi tutto. Saremo scesi in basso, 1500 metri più in basso. Giornata lunga, ma una delle ultime.



Quest'altro commerciante tibetano che sta facendo girare la sua ruota di preghiera accanto al muro mani e seduto nel prato gelato di primo mattino mi colpisce ancora. La sua solitudine non ha nulla a che vedere con il commercio! Chi mai potrà comprare i suoi gioielli, peraltro bellissimi? Boh?? Ma è li. E io, se avessi avuto un po di contante, gli avrei svuotato il tappeto da come erano belle le cose che aveva!


L'ambiente cambia un'ennesima volta ancora. Attraversiamo foreste di rododendri giganti che ad aprile, in stagione premonsonica, sono meravigliosamente in fiore. Se penso alle zone ambientali che mi è stato dato di vedere ed attraversare mi vengono i brividi. Mai, dico mai, in vita mia avevo visto tanta varietà di verde, di fiori, di alberi, di fiumi e di montagne, laghi e ghiacciai. Uno splendore. Un paradiso.


La quiete, la calma, è una condizione impagabile: significa che quando sei inquieto, sai che è presente, e anche quando si affaccia la tranquillità sai che c'è; un uomo (e una donna) che l'ha compreso affronta l'irrequietezza e la tranquillità con la stessa quiete. Conosce la legge della vita: il giorno e la notte si inseguono. Non desidera niente, semplicemente osserva: è un testimone che semplicemente osserva.(osho)


Ecco il jeepone che ci riporterà a Besishar da dove, il giorno successivo, prenderemo un altro mezzo per kathmandu. Davanti l'autista e i portatori, in due in un sedile. Dietro noi tre. Nel rimorchio Rajan e due ragazzini statunitensi che hanno caricato per guadagnare ancora.  8 ore così. La strada da percorrere è infernale, un incubo. Non ho altre parole per definirla. Anzi non si può neanche definire una strada.


Ci si deve mettere veramente nelle mani dell'autista che qui sono a dire il vero veramente in gamba. Anche perchè altrimenti sarebbero tutti autisti morti. Ho visto dal finestrino dei voli di centinaia di metri sul torrente a cosi' breve distanza dalla ruota sopra cui sono seduto che anche a distanza di due mesi mi vengono i sudori freddi. Per non parlare di un guasto o se dovesse scendere una frana. 

  

Ecco, siamo arrivati, il Nepal da me tanto sognato, letto, desiderato, ci saluta, con questi sorrisi e questi meravigliosi fiori. Per me sarà, se Dio vorrà, non un addio ma un arrivederci.
 Le foto con @ sono di Cristina Tognetti



200 km percorsi, 12000 metri di dislivello superati, 14 giorni di cammino.

Samdo - Nepal 4/5

Se c'è un posto che è rimasto nei miei ricordi questo è il villaggio di Samdo. 

A quota 3580 (!), abitato in permanenza, anche se francamente non so come sia possibile stare quassù in inverno, è annidato in posizione nascosta dietro un altura posta all'incrocio di tre vallate. Una di queste vallate porta in tibet con un giorno di cammino, una è quella da dove veniamo noi e l'ultima è quella che conduce al Larkya-la, il passo che faremo per iniziare il ritorno a casa.


Questo sotto è il nostro lodge, la nostra camera quella con la porta aperta. Sopra la cucina e l'abitazione della famiglia che ci ospita. Le due ragazze vendono gioielli molto belli. La scuola è a samagaon a due ore di cammino da qui, in discesa. Tre in salita.


I nostri tre lettini affiancati, come quelli delle favole :-)


Ricordo quando uscivo la notte per andare in bagno la stellata è sconvolgente. Seconda solo al deserto del Sahara.


Qui il paesaggio assume dimensioni smisurate, e l'idea è di libertà assoluta. 


Il teschio che mi sembra quello di una pecora azzurra. In gravissimo pericolo di estinzione, nel 2000 in questa zona si contavano meno di 200 esemplari, sembra essersi ripresa. Molto elusiva, noi non le abbiamo viste, ma Rajan ci ha detto che la sera erano venute a mangiare il basmati avanzato fuori dal lodge!!!


Qui l'etnia è totalmente tibetana, si vede e si sente immediatamente che siamo in un altro mondo differente da quello che abbiamo lasciato in basso. Alcuni bimbi sono vestiti con la tipica coperta avvolta ai fianchi e tutti hanno la pietra dzi.


Lascia dormire il futuro come merita: se lo svegli prima del tempo, otterrai un presente assonnato.
Franz Kafka


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Qua sotto dei momo, tipici ravioli ripieni di verdure di queste parti  vengono fatti asciugare al sole. Girare tra le stradine acciottolate del paese è come fare un tuffo nel passato. Quando avevo una decina di anni ricordo che le prime estati in carnia non erano poi cosi' diverse..ma quante cose poi sono cambiate!


Qui l'economia è semplice come allora sulle alpi, patate, legumi, qualche cereale. Gli yak, il loro latte e il formaggio. Poi l'inverno, lunghissimo, da trascorrere in cucina accanto al fuoco e poi una nuova primavera. Il ciclo della natura l'unica guida da seguire.


"Chi mi ha portato qui,
Dovrà riportarmi a casa "
Jalal al-Din Rumi


   

Qua sotto la scuola elementare di Samdo.


Qua sotto quello che ho trovato, nessuno mi ha saputo dire cos'è e cosa riguarda. Penso a qualcosa di superstizioso, ritenuto magico. Ci sono ancora molti di questi elementi nella cultura di questa gente. Dai corvi morti appesi sopra le staccionate a degli strani pupazzi scaccia demonio. Bellissime le offerte di cibo accanto al pupazzo.


La padrona di casa, madre delle due ragazze. Una donna tibetana dai tratti nobili e fieri. Qui nella sua cucina mentre cucinava per noi. Tutto espresso. Ho quasi sempre mangiato molto bene.



I venditori da queste parti, a 3800, stendono la coperta sul prato e aspettano il passaggio di qualcuno. Ora a parte che siamo tutti alpinisti e non è proprio pieno di gitanti in cerca di negozietti, ma il fatto è che qui non passa nessuno!


La Cri con sullo sfondo il manaslu north. E più sotto Roby con Rajan e i due portatori.


Roberto, Rajan e i due fratelli che hanno portato le nostre cose. Ogni volta che penso a loro, ai pesi delle nostre cianfrusaglie (due scarponi, vestiti medicine...e una montagna di altre cose!), e a loro che non avevano niente e che sono rientrati con gli stessi vestiti che avevano alla partenza, sono assalito da un sentimento di profonda vergogna. Poi penso che sono nato occidentale e non ci posso fare niente, che gli sto dando del lavoro che altrimenti non avrebbero, che gli daremo una buona mancia alla fine e questo sentimento un po si attenua. Ma il sospetto che qualcosa non va, quello resta sempre.

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La maestosità di questa foto, le dimensioni della montagna con i suoi ghiacciai, gli spazi sterminati rendono appena l'idea di quello che è in realtà. Bisogna esserci per capire.






lunedì 19 dicembre 2016

Manaslu - Nepal 3/5

Finchè non osservi è un'onda di possibilità; quando osservi è la possibilità scelta.


I bimbi, incuriositi soprattutto dalla barba bianca del Roby che devono aver visto raramente, accorrono al nostro passaggio e si fanno fotografare.


Perciò, l’ultima cosa che vorrei dirle, mia cara amica, è che la vita non può essere, in alcun modo, pura rassegnazione e malinconica contemplazione del passato. E’ nostro compito cercare quel significato che ci permette ogni volta di continuare a vivere o, se preferisce, di riprendere, a ogni passo, il nostro cammino. (C.Jung)



Queste giornate di splendido sole sono importantissime perchè permettono di seccare i legumi che poi serviranno come nutrimento durante tutto il lunghissimo inverno.


Anche la raccolta della lana è un'attività frequente e necessaria. 


Iniziamo a vedere le grande montagne, tra le più alte della terra. Qua sotto il cortile della scuola di Lho, probabilmente una delle più alte del mondo.



Ecco la prima volta che vedo il Manaslu, deriva dal sanscrito manasa, che si può tradurre come "montagna dello spirito", con i suoi 8163m è l'ottava montagna più alta del mondo.


Iniziano i primi Chorten, una struttura sacra che riporta alla rappresentazione del microcosmo. Le sue caratteristiche architettoniche sono tipiche del buddhismo.



Qua sotto l'interno di uno chorten, completamente affrescato


Bellissimo anche il primo incontro con le ruote di preghiera che, assieme alle bandiere e ai muri mani, pregano nel vento. Come dice giustamente la Cri qui la religione non è chiusa dentro chiese e conventi ma è tutta fuori: nell'acqua, nel vento, nella neve e nel sole.


Samagaon, da dove si parte per il campo base del Manaslu. La vegetazione è totalmente cambiata, l'alta quota si fa sentire per cui siamo rimasti qui due giorni per un migliore acclimatamento. Mentre loro stanno alla grande io ho qualche problemino di respiro la notte, ma poi supero questo momento.


Il viale di ingresso, tra chorten, muri mani, ruote di preghiera e bandiere è stupefacente. Qualcosa che avevo sempre immaginato e letto in decine di libri ma vederlo dal vivo è tutta un'altra cosa.


Soprattutto gli spazi che ci circondano colpiscono tutto il mio essere. L'immensità di quello che mi attornia, in accordo con la spiritualità di queste persone e di questi posti, mi emoziona profondamente.


I muri mani poi sono straordinari. Mirabilmente incisi con una grazia fuori dal comune oltre a riportare preghiere raffigurano la vita del Buddha. Bellissimi.




Questo angolino all'ingresso del paese è, a mio modo di vedere, stupendo. Sarà il torrente che scorre tranquillo, le case di pietra, i bimbi che tornano a casa da scuola con la mamma, ma raramente mi è capitato di vedere un posto simile. Sulle alpi non esiste più niente di simile. Qui il tempo sembra essersi fermato.




Pausa relax per Rajan e Roberto. Sotto Cristina in grande forma. Nonostante la fatica del cammino, la durezza degli alloggi, il freddo, le notti interminabili, tutto, almeno per quanto mi riguarda, si fa perdonare durante il giorno e poi so che rimarranno solo i ricordi belli. Per non parlare di come si apprezzano dopo le piccole cose.



Pavimento in terra battuta, finestre in plasticas e soprattutto il vento che entra prepotente da mille fessure. Queste le nostre sistemazioni. Le più fredde, le più sudice, le più umili erano sempre le nostre.


Quando la montagna si fa vedere tra due veli di nuvole per me è il momento più magico. In questo scatto il Namjung Himal (7140 m) fa capolino tra due tende di nubi ricamate con cura.


Solo chi sa viaggiare senza essere mai turista sa che ogni luogo è a sé, che non ci sono luoghi felici ma solo posti dove si può esserlo.
Siamo Liberi - Gran bel libro di Elena Sacco.



Sedendo quietamente 
senza fare nulla,
la primavera giunge
e l'erba cresce da se.
(Tōyō Eichi 1428-1504)


La stanza cucina tipica tibetana, qui quella di un Gompa, un monastero.


Si raccoglie la legna per accendere il fuoco, la signora era veramente anziana ma portava un carico enorme.


Ecco qua sotto le foto del Manaslu che ho preso da quota 4000 circa. La vetta è 4163 metri più in alto! Una montagna sopra la montagna! I suoi seracchi impressionanti lasciano cadere enormi blocchi di ghiaccio che rombano nell'aria pulita di questa fantastica giornata di sole. Ero da solo e avevo un principio di mal di testa, poi per fortuna rientrato, che avrebbe potuto diventare grandioso :-)











In fondo il lago di fusione del ghiacciaio principale abbellisce questo paesaggio che sarebbe già fiabesco di suo, la vista su samagaon e la strada che abbiamo percorso in una settimana di cammino mi stordisce totalmente. Non oso pensare a quando l'inverno tra un paio di mesi, arriverà.


"Ci sono persone indimenticabili e nessuna cura" C.B.


Qua sotto un ombroso dzong, un incrocio tra uno yak e una mucca.


Tu non sei i tuoi anni,
nè la taglia che indossi,
non sei il tuo peso
o il colore dei tuoi capelli.
Non sei il tuo nome,
o le fossette sulle tue guance,
sei tutti i libri che hai letto,
e tutte le parole che dici
sei la tua voce assonnata al mattino
e i sorrisi che provi a nascondere,
sei la dolcezza della tua risata
e ogni lacrima versata,
sei le canzoni urlate così forte,
quando sapevi di esser tutta sola,
sei anche i posti in cui sei stata
e il solo che davvero chiami casa,
sei tutto ciò in cui credi,
e le persone a cui vuoi bene,
sei le fotografie nella tua camera
e il futuro che dipingi.
Sei fatta di così tanta bellezza
ma forse tutto ciò ti sfugge
da quando hai deciso di esser
tutto quello che non sei.

Ernest Hemingway