domenica 10 dicembre 2017

Argentario, l'isola che non c'è



Torre mozza in una splendida giornata di dicembre


La gente teme per quello che ha dentro.
Ma è l'unico posto in cui troverà tutto quello che serve.


La strada che porta a massa marittima è inondata dai colori autunnali che, giuro, non avevo mai visto cosi', in tutto il loro splendore.



«Il silenzio è la terra nera e fertile, l’humus dell’essere, la melodia silenziosa sotto la luce solare. Su di essa cadono le parole. Tutte le parole. Le parole buone e le cattive». - José Saramago , “Di questo mondo e degli altri”


Devo fermarmi continuamente per fermare in questi scatti la magnificenza di questi colori cosi' armonicamente equilibrati tra loro.



Chiusdino troneggia sopra questo paesaggio meraviglioso. Mi chiedo tutto questo che durata potrà avere. Voglia di girare fino a quando sarà finito.


Arrivo verso sera al posticino accanto al convento dei passionisti dove non venivo ormai da molti anni, era il 2002 mi sembra. Tutto è come allora, anzi meglio, il parcheggio allargato, una fontana, la vista è sempre strepitosa.


Il cordolo dunale della giannella, orbetello e il ponte rendono l'insieme una delle migliori vedute che la toscana può offrire ed è tutta per me..


..al mattino quando mi sveglio, quando esco per andare a camminare, la sera quando rientro e la notte quando le finestre si riempiono di luci e il cielo di stelle. Siamo tutti condannati alla felicità! Il guaio è che stiamo solo resistendo!



L'isola del Giglio si mostra per intero dal telegrafo, la sua forma mi ha sempre ricordato il carapace di una tartaruga con le punte del fenaio e del capel rosso ben orientate nord sud. Piu lontana Giannutri.




"Solo una persona di limitato intendimento desidera sistemare le cose in serie complete. Desiderabile è l’incompletezza. In ogni cosa l’uniformità è sconsigliabile. Un tempo era obbligatorio lasciare nei palazzi un’ala incompiuta."
(Kenko Yoshida, "Tsurezuregusa")





Da questa casetta il panorama è stratosferico, nn so che darei per abitarci tt l'anno





Centinaia di fenicotteri rosa con le ali viola punteggiano la laguna di Orbetello


La luce che c'è oggi è favolosa, tira il vento che precede le giornate di maltempo rendendo l'aria nitida e pulita. La laguna in questo periodo è piena di uccelli di passo e di moltissimi aironi





"Ormai nessuno ha più tempo per nulla. Neppure di meravigliarsi, inorridirsi, commuoversi, innamorarsi, stare con se stessi. Le scuse per non fermarci a chiedere se questo correre ci rende felici sono migliaia, e se non ci sono, siamo bravissimi a inventarle" - Tiziano Terzani




1) Segui la tua curiosità:
“Non ho nessuno talento speciale. Sono solo appassionatamente curioso.”



2) La perseveranza ha un valore inestimabile:
“Non mi considero particolarmente intelligente, è solo che mi dedico ai problemi molto a lungo.”



3) Poni il presente al centro della tua attenzione:
“Qualsiasi uomo che guida in maniera sicura mentre bacia una bella ragazza è un uomo che non sta dando al bacio l’attenzione che merita.”



4) L’immaginazione è potente:
“L’immaginazione è tutto. E’ l’anteprima delle attrazioni che il futuro ci riserva l’immaginazione è più importante della conoscenza.”



5) Non avere paura di sbagliare:
“Una persona che non ha mai sbagliato è una persona che non ha mai provato nulla di nuovo.”



6) Vivi nel momento:
“Non penso mai al futuro: arriva abbastanza presto.”




7) Crea valore:
“Impegnatevi cercando di creare non il successo, ma il valore in quello che fate.”



8) Ama senza paura:
“Beati i sognatori, gli idealisti, i teneri. Beati gli ingenui, i grandi che non hanno perso la voglia di sentirsi bambini nell’animo. Beati coloro che non rinunciano all’amore per paura…. beati i cuori impavidi!”



9) La vera conoscenza deriva dall’esperienza:
“Informazione non è conoscenza. La sola fonte di conoscenza è l’esperienza.”



10) Resta aperto all’incertezza, al mistero:
“Chi non ammette l’insondabile mistero non può essere neanche uno scienziato. Come si può mettere la Nona di Beethoven in un diagramma cartesiano? Ci sono delle realtà che non sono quantificabili. L’universo non è i miei numeri: è pervaso tutto dal mistero. Chi non ha il senso del mistero è un uomo mezzo morto”. (Albert Einstein)

Ritorno in Nepal - con Marta


I ponti sospesi, che all'inizio terrorizzavano Marta sono splendidi punti panoramici sulle profonde vallate del Nepal. Sono anche i punti dove si crea un certo affollamento perchè gli yak hanno la precedenza e occorre attendere il loro passaggio.


Fino dall'inizio del cammino, scesi dall'aereo all'aereoporto di Lukla le giornate, sempre belle, ci mostrano degli scenari favolosi con decine di picchi innevati. Occorre prendere quota in modo graduale per evitare l'insorgere del mal di montagna sempre in agguato a queste altezze. Abbiamo visto molta gente stare male e qualcuno anche evacuato in elicottero.



Marta, fortissima e soddisfatta, i primi giorni di cammino. A 19 anni arriverà al campo base della montagna più alta del mondo.


Qui con Cala Cimenti, appena rientrato dal Dhalaugiri 8167, settima montagna del mondo. Cala ha sfiorato l’impresa al secondo tentativo di ascensione (il primo si era concluso al campo 2). Passati gli 8000 ha capito di avere i sintomi di un pre-edema polmonare e ha deciso di rientrare verso il campo base.

Sopra Namche Bazaar il villaggio di Khumjung vanta un monastero dove viene conservato quello che dicono essere lo scalpo dello yeti, l'abominevole uomo delle nevi, una leggenda ancora viva da queste parti che sembra invece essere un'orso tibetano, quasi estinto in zona.


L'interno dei lodge è molto simile di villaggio in villaggio. Ci sono delle panche tutto intorno alla stanza che spesso è vetrata, con i tavoli di fronte e al centro una stufa spesso accesa. Qui Marta nel piccolo villaggio di Khunde.


Si mangia benissimo quasi dappertutto da queste parti. Piatto tipico, sulla destra, sono i momo, una specie di ravioli ripieni che sono sia nella versione bollita, della foto. che nella versione fritta.Quest'anbno ho provato invece per la prima volta, sulla sinistra, la sherpa stew. Ottima e corroborante. 





Ama Dablam 6812 -la collana della madre. Messner l'ha definita una delle più belle montagne del mondo. Non posso dargli torto. Da questo versante è favolosa. Un picco di purezza assoluta.



Qui è il quartier generale degli yak. Animali ombrosi ma estremamente robusti e servizievoli. Portano sulle loro povere schiene dei carichi immensi. Ne ho visto uno con diverse bombole di gas da 10kg piene. Qualcosa di impensabile.


E' davanti a questi spazi aperti, in giornate come questa, che ci sente in pace, si ringrazia profondamente di essere qui, di avercela fatta ancora una volta. Il fatto poi che Marta sia qui aumenta la mia felicità e anche se nn sono propriamente in forma, tutto passa in secondo piano.


Lobuche 4930, ultimo centro abitato in modo permanente della khumbu valley. Il Lodge è veramente spartano, durissime le notti da queste parti. Notevole l'adattamento necessario, almeno per quanto mi riguarda. Anche solo respirare la notte qui è un'impresa. 


Parete sud del Lhotse, la parete delle pareti. Attrattiva e repulsiva allo stesso tempo è arabescata di straordinarie cascate di ghiaccio in ogni ordine di altezze. Qualcosa di inconcepibile volerla salire da questo versante. Tanti ci hanno provato, pochissimi ci sono riusciti.


Nuptse 7861, Everest (Sagarmatha) 8848 (che da qui sembra il più basso!) e Lhotse 8516. I giganti della terra ci salutano in un'altra magnifica giornata di sole. Chissà se mai rivedrò queste montagne grandiose. Il blu carico di questi cieli lascia un segno indelebile nei nostri ricordi di questa terra meravigliosa.


Qui l'ultima sera nel lodge "di lusso" a Lukla con il nostro piccolo grande uomo: Chakra lo sherpa di Jiri! Paziente, dolce, sempre presente, cortese, disponibile, sempre allegro, cordiale, sempre di aiuto e sostegno. Timido e discreto, mai troppo presente ma sempre attento al punto di anticipare desideri, bisogni, richieste. Mai avremmo potuto essere più fortunati, mai avremmo potuto trovare una persona più incantevole e disponibile. L'incontro con lui, il conoscerlo, più di ogni altra cosa, ha dato un senso a questo viaggio fantastico. Non per niente Marta è arrivata all'EBC con Lui. Grazie piccolo grande uomo.


La pista di Lukla, il secondo aereoporto più pericoloso del mondo. Capiremo presto perchè. Infatti rientrando, appena dopo aver passato la cresta che si vede sullo sfondo, ormai quasi invasa dalle nubi, a poche decine di metri dalle rocce, quella specie di hostess fa un brevissimo annuncio, in mezzo al corridoio del velivolo a 18 posti. Annuncio che solo la Marta riesce a capire. E cioè che a Ktmnd c'è un nubifragio in corso e allora andiamo a passare un po del nostro tempo in una pista totalmente deserta e isolata in mezzo alle montagne. Un tipo accanto a noi inizia a pregare a voce alta. Molti passeggeri sono terrorizzati. Il volo si fa radente al suolo, percorriamo una lunghissima, straordinaria ma terrificante vallata a pochi metri dall'acqua di un torrente, ansa dopo ansa, pendio dopo pendio. Giuro che mi ero totalmente rassegnato, e ho promesso, in caso fossi rimasto in vita che mai, mai, mai più avrei avuto paura di volare su un aereo di linea. Quando siamo atterrati mi sentivo invincibile, come i fantastici 4. Andiamo tutti allegramente a prenderci un the in un baracchino li vicino, in barba a tutte le più elementari norme di sicurezza internazionali, fuori da quella sottospecie di aereoporto, ma aereoporto è una parola grossa; dopo un'oretta il pilota con un "hei guys, we go!" ci richiama, risaliamo a bordo, come se salissimo sul bus cecina bibbona, ben consci del fatto che ormai non ci può più succedere niente, come una sorta di immortalità, e rientriamo nella capitale  del nepal.


Altro incredibile incontro, in albergo con Paolo Cognetti, autore delle otto montagne che ho appena letto e che mi è piaciuto tanto e premio strega 2017. Di ritorno dal Dolpo ci siamo scambiati le impressioni dei nostri viaggi.


L'ultima settimana la passiamo nel parco del Chitwan, a sud, al confine con l'india. Mi voglio sistemare un po la salute che ultimamente mi ha abbandonato e vogliamo vedere i rinoceronti e gli elefanti indiani.


Il lodge è in un posto molto bello e tranquillo, vicino al fiume, la sera la gente rientra al villaggio e il sole ci fa assistere a dei tramonti meravigliosi. Forse l'alloggio più bello dove siamo stati in nepal.



Ecco finalmente Marta con gli elefanti, fa il bagno insieme a loro, li lava. Troppo bello. Questi giorni resteranno sempre nei nostri ricordi di questo paese.