martedì 29 marzo 2016

Himalaya indiano 3

Parte 3: Rishikesh




Sulla strada del rientro queste magnifiche risaie sono un inno al lavoro dell'uomo.


Sul set di Bolliwood due finti innamorati si pavoneggiano di fronte alle telecamere


A Rishikesh il ponte sospeso in cavi d'acciaio costruito dagli inglesi che unisce le due sponde del gange è percorso da uomini, scooter, vacche e scimmie!


Le scuole di Yoga, i banchi con dell'artigianato fantastico, gli ashram, la gente che si incontra fanno di Rishikesh una città veramente indimenticabile.


Non rinuncerò mai a un sogno perchè penso che ci vorrà troppo tempo per realizzarlo...il tempo sarebbe passato comunque!


Penso che una settimana di Yoga qui valga un anno dalle mie parti!


“Si può essere felici senza mai smettere di essere tristi"
Marguerite Yourcenar


Nella tua anima sono infinitamente preziose le cose che non possono esserti sottratte. Oscar Wilde

IO ho sempre pensato che sono le porte che ogni giorno decidiamo di aprire o chiudere che determinano la nostra vita...

“Viaggiare! Perdere paesi! Essere altro costantemente. Non aver radici, per l’anima. Da vivere soltanto di vedere.”
FERNANDO PESSOA

 





La felicità è un bene vicinissimo, alla portata di tutti: basta fermarsi e raccoglierla.
Seneca



 



Conosciamo noi stessi solo fin dove
siamo stati messi alla prova.
Ve lo dico
dal mio cuore sconosciuto   -   Wislawa Szymborska


A volte avere pace è meglio che avere ragione. - - R. Ghatourey -

Pieno relax sul ponte di Rishikesh.... India, see you again!

sabato 12 marzo 2016

Himalaya indiano 2

Parte 2: Da Gangotri a Tapovan



La guest house di Gangotri. I 3000 si fanno sentire, anche una semplice rampa di scale per salire in camera leva il fiato. Il tempo è sempre magnifico.


Dopo tre giorni di viaggio in macchina, 10 ore al giorno con delle pause, finalmente si iniziano a vedere le grandi montagne della catena himalayana. Non sono troppo differenti da quelle che tante volte ho visto nelle alpi ma qui sono gli spazi a fare la differenza: immensi! 


Per la prima volta il mio sguarda abbraccia le cime del Bhagirati I, II e III. Sono di una grandiosità sconvolgente. I primi momenti la mia testa ha qualche problema ad ammettere queste dimensioni.


I camini di fata, come quelli che si vedono vicino Riscone a Brunico. Qui però sono circondati da uno scenario maestoso e selvaggio. 



Queste formazioni, legato all'erosione longitudinale protetta talvolta da un sasso sulla superficie del camino creano una foresta di pietra veramente singolare. Il Roby ha già preso il suo passo, regolare e implacabile.



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Vicky, la nostra guida di Uttarkashi. Con il tempo impareremo a conoscerci meglio. Una persona  educata e gentile, semplice e buona. Mi manca molto e mi mancano molto i suoi "sir". Spero di rivederlo ancora.


Roby e la Cri immersi nel paesaggio himalayano. Sono cosi' felice di essere qui con loro.


Si soffre molto per il poco che ci manca e gustiamo poco il molto che abbiamo.
- William Shakespeare -





A volte ci sono dei pericoli oggettivi impressionanti che non è possibile ignorare. Qui il Roby passa rapidamente sopra un masso delle dimensioni di un miniappartamento in equilibrio precario. Chissà se è venuto giù o se è ancora li'. Certo che se doveva cadere in quel momento di noi non sarebbe più restata alcuna traccia su questo pianeta terra. Da notare i rinforzi di muretto in pietra, quasi un pallido e ipotetico segno di sicurezza in un mondo assolutamente provvisorio.



Ecco il primo campo, chiamato Bhojwasa. Un paio di santuari provvisori per i sadhu e una manciata di tende piantata nella valle dell'alto gange a 6 ore di cammino da gangotri. Siamo molto oltre i 3000 m e la valle sembra ancora interminabile. La notte prevede la sosta in questo luogo, veramente inospitale.


Ecco il nostro campo a Bhojwasa. E' il primo della serie io ho una tenda tutta per me e ancora non ci rendiamo conto del freddo che ci sarà la notte e soprattutto al mattino quando il sole sembra non arrivare mai. Questo, unito alle difficoltà di respirare bene, hanno reso la prima notte la più difficile e impegnativa, perchè i pensieri di quello che ci aspettava più in alto occupavano le nostre menti. Certo quella notte ho dormito molto poco completamente vestito dentro due sacchi da alta montagna, ma dopo, almeno per me, tutto è andato sempre di bene in meglio. Qui loro 2 hanno avuto la prima piccola crisi di adattamento, la cri soffre molto per i muscoli contratti.

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L'"English Toilet" :-)


Prima che il sole tramonti i tre fratelli Bhagirati si mostrano in tutto il loro splendore e io ogni volta mi sconvolgo a guardare la loro bellezza algida e cristallina. La luce cambia completamente i colori al cambiare della posizione del sole. Non oso pensare cosa troveremo più in alto.




Con noi oltre alla guida ci sono: un cuoco, un aiuto cuoco che fa anche da nostro attendente e nove portatori, tutti ragazzi provenienti dal vicino nepal. Camminano scalzi o con delle scassatissime infradito. Portano dei carichi inimmaginabili. Uno di loro porta TUTTI e TRE i nostri zaini. Camminano al doppio della nostra velocità e ci precedono di molte ore. Quando arriviamo al campo, le tende sono perfettamente montate e stanno già cucinando nella tenda cucina. C'è sempre un te caldo che ci aspetta e sono di una gentilezza e di un rispetto che non posso dimenticare.


Per la prima volta ammiriamo lo SHIVLING, il fallo di Shiva, l'altezza è di "appena" 6500 ma la forma è di quelle che non si dimenticano. Con il suo ghiacciaio pensile sommitale occuperà i nostri sguardi per i giorni a seguire.


Per strada troviamo portatori che offrono il loro aiuto per poche rupie. Questo ragazzo, che non può avere più di 12/13 anni ci seguirà per molte ore sperando in un ingaggio o in un semplice compenso. Dopo avergli dato una banana del casco comprato ad uttarkashi non l'abbiamo mai più visto. Come volatilizzato.


Ecco il ghiacciaio Gangotri. Dalla sua bocca a 4000m esce il fiume sacro degli indiani. Questo è un altro dei momenti emozionanti che questo viaggio ha saputo regalarmi. Pensare non solo alla lunghezza del suo percorso o ai paesaggi diversi che attraversa, ma a quello che significa questo fiume per la gente di qui è veramente commovente.



Io e la Cri tra lo Shivling e il Bhagirati.
Sullo sfondo il gomukh gangotri, la bocca del sacro fiume.



I "magnifici tre" all'arrivo a Tapovan dopo aver attraversato i crepacci del ghiacciaio. Il paesaggio si fa via via più imponente e grandioso. Qualcosa che anche adesso non riesco a descrivere completamente  con le parole.


La tenda cucina a Tapovan. Questo magnifico prato a 4463, solcato da torrenti meravigliosi, sarà il nostro campo base per i prossimi 4 giorni. Un posto che non potrò mai più dimenticare.


Le nostre tende a Tapovan. L'estate ormai è agli sgoccioli e questi primi giorni di ottobre sono l'ultima finestra di bel tempo prevista prima delle grandi nevicate. Nevicate che non oso neanche immaginare. Qualcosa di immane, con le slavine gigantesche che scenderanno da queste grandi pareti. E il pensiero che qualche sadhu si trattiene qui fino alla primavera, a tre giorni di cammino dal primo posto abitato, mi sconvolge profondamente.


Il Kala Pattar. Lo scivolo di neve che identifica la cresta Nord è entusiasmante. I primi salitori sono austriaci, primi anni 70.


Le nostre tende, la tenda cucina e la tenda mensa. Tutto qui. I torrenti ci danno acqua potabile tramite bollitura e intorno un paesaggio primordiale da creazione del mondo.

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Questa è una capanna di quelle dove stanno i sadhu a Tapovan. Notare l'ambiente in cui è immersa questa abitazione. C'è anche un piccolo orto dove, per un motivo inconcepibile che non riesco a comprendere, nasce insalata, bietola e altro a questa quota, sopra il ghaicciaio!


Qua sotto l'unico abitante della capanna; cerco di parlare ma non vuole e inizia a scrivere con uno stecco sulla sabbia del terreno. Dice che ha 50 anni!!! (ora a parte la faccia gonfia dei 4000 che mi ritrovo mi sembra evidente un filino di differenza negli anni, appena appena). Dice anche che ha fatto un voto di silenzio, che durerà ancora molti anni e non può parlare con nessuno. Resta qui anche l'inverno (!). Ci facciamo la foto e poi ci salutiamo forse per sempre.


Qua sotto il panorama tutte le volte che esco dalla mia tenda. Direi che non era male.


Al trascorrere delle ore del giorno mutano continuamente la luce e i colori. Il tempo si mantiene bellissimo e l'alba e il tramonto sono sempre magici.





Il Roby è l'unico a 75 anni suonati che non presenta nessun disturbo legato alla quota. Niente tachicardia, niente difficoltà di respiro. Dorme poco ma quello anche sulla riva del mare :-) Davvero sorprendente.





Al mattino la situazione è questa. Tutto è ricoperto da un velo di brina. Anche dentro la tenda. Anche sul sacco a pelo. Scende dunque sottozero. Io mi sono abituato e dopo aver risolto il problema dei piedi gelati direi che sto bene e dormo. Loro due hanno qualche piccola crisi che potrebbe sfociare in un rientro prematuro. Ma tutto presto si sistema e possiamo rimanere quassù.




Il ghiacciaio Gangotri è il più lungo dell'himalaya indiano. Sono oltre 70 km. Qualcosa che non si può immaginare tanto facilmente senza esserci stati di persona. Il cambiamento climatico ha ridotto enormemente la massa glaciale che una volta arrivava a gangotri, molti km più in basso, il villaggio da dove siamo partiti.


Per cercare di acclimatarmi meglio faccio, non senza timore, un giretto da solo con le guide che mi portano tutto. Qua sotto le tende dall'alto. Sono adesso ben oltre i 5000m ma una volta compreso il ritmo da far tenere al passo e soprattutto al respiro, tutto funziona regolarmente. Inoltre Vicky mi spiega delle tecniche pranayama che funzionano alla grande. Una volta di più mi accorgo che il corpo umano, con una giusta alimentazione e un giusto riposo, è veramente una macchina perfetta con dei meccanismi di autoregolazione sorprendentemente rapidi e efficaci.


Eccomi arrivato al lago di fusione glaciale con i miei angeli custodi.



Noi e lo shivling. Una ragazzo austriaco, da solitario, proverà a salire la cresta che si sviluppa fino al piccolo shivling, sopra di noi nella foto. Tornerà il giorno successivo e cadrà ammalato nella sua tendina assistito dai suoi 3 portatori. Poi ho saputo che rientrerà a gangotri.


Il luogo è idilliaco. Il torrente, ghiacciato al mattino, si fonde per poi tornare ghiacciato la sera. Il torrente serve per lavarsi, con un certo spirito di adattamento.



In mezzo a queste praterie sterminate ci sono dei branchi di ibex himalayano, uno stupendo stambecco himalayano, sul punto di estinguersi qualche anno fa ma adesso con popolazioni di centinaia di individui che corrono liberi nel vento.


Qui a un certo punto mi sono commosso fino alle lacrime. La sensazione di libertà che dava questo posto mi era entrata cosi' profondamente dentro ceh non sono riuscito a tenere tutto dentro. Fortunatamente ero solo con Vicky che mi ha compreso. Anche adesso non ho parole per descrivere le foto che seguono.















Qua sotto l'incontro, straordinario e indimenticabile, con il baba di Tapovan. Un sadhu straordinario che trasmetteva tranquillità e bontà solo a starci accanto senza dire niente. Ha letto la mano a me e alla Cri. A sinistra la sua casa sotto il masso, un esempio di ordine e di santità.
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Stanco ma soddisfatto il Roby sembra un esploratore d'altri tempi. Shipton redivivo.


Non permettere mai che i tuoi ricordi siano più grandi dei tuoi sogni.
Doug Ivester







Le cose si scoprono attraverso i ricordi che se ne hanno. Ricordare una cosa significa vederla ora soltanto , per la prima volta.

Cesare Pavese


La sera dell'ultimo campo i ragazzi nepalesi danzano per noi davanti al fuoco. Uno spettacolo primitivo ma di grande fascino. Mi sento molto unito a loro, ci hanno aiutati a compiere qualcosa che con le nostre forze non sarebbe stato possibile. Spero che anche loro con il nostro piccolo aiuto possano in qualche modo evolvere, studiare o diventare guida come vicky. Spero di averli aiutati.


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Sulla riva del gange qualcuno ha composto questi disegni con i sassi portati dal fiume. La sabbia è calda. Rivedere dopo questi giorni le piante, il verde gli alberi. Sentire il caldo del sole. Sono gioie ineffabili. Messner diceva che per lui la felicità è mangiare quando si ha fame, bere quando si ha sete e dormire quando si ha sonno. Comincio a comprenderlo.


Il senso delle nostre imperfezioni ci aiuta ad avere paura. Cercare di risolverle ci aiuta ad avere coraggio.


Un raggio di sole è sufficiente per spazzare via molte ombre.

San Francesco d'Assisi



Ecco il gruppo al completo alla fine del trek.


Qui sono davanti al tempio di Gangotri, dopo la puja, la cerimonia per il ringraziamento, che avevo fatto anche all'andata. Ringrazio di cuore Brahma, Shiva e Visnu.


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Ottimo meteo da queste parti!