domenica 2 aprile 2017

Si accontenta di cause leggere la guerra del cuore


Stasera dietro casa era bellissimo. L'erba era di un verde cosi' brillante che abbagliava.


Io danzavo perché era il mio credo, il mio bisogno, le mie parole che non dicevo, la mia fatica, la mia povertà, il mio pianto. Io ballavo perché solo lì il mio essere abbatteva i limiti della mia condizione sociale, della mia timidezza, della mia vergogna. Io ballavo ed ero con l’universo tra le mani -  nureyev




Non c'è nulla di più forte di quei due combattenti là: tempo e pazienza - Tolstoj



Il paese e circondato in questo periodo da fioriture imponenti. Sullo sfondo la striscia azzurra del mare.


Quando c’è una meta anche il deserto diventa una strada.
Proverbio Tibetano






Con le nostre famose facce idiote, eccoci qui.
Con i nostri sorrisi tristi, a parlarci ancora di noi
e non c'è niente da scoprire, niente da salvare nelle nostre parole.
Ricordi, libri da buttare, frasi da imputare di due bandiere dritte in faccia al sole.
Ma cos'è questa nuova paura che ho? Ma cos'è questa voglia di uscire, andare via?
Ma cos'è questo strano rumore di piazza lontana, sarà forse tenerezza o un dubbio che rimane?
Ma siamo qui, a Modena, io resto qui a guardarti negli occhi, lo sai.
E non c'è tempo per cambiare, tempo per scoprire un nuova illusione.
La nostra vita è Coca-Cola, fredda nella gola di un padre troppo tempo amato.
Quanto valeva, aver parlato già da allora, quando tutto era da fare e tu non eri importante.
Ma siamo qui, a Modena, io resto qui, con un bicchiere vuoto nella mano.
E non c'è tempo per scoprire, tempo per cambiare cosa abbiamo sbagliato.
La nostra vita è Coca-Cola, fredda nella gola di un ordine che non abbiamo mai voluto.
Ma cos'è questa nuova paura che ho? Ma cos'è questa voglia di uscire , andare via?
Ma cos'è questo strano rumore di piazza lontana? Un nuova tenerezza o un dubbio che rimane.





Davanti alla scuola tanta gente otto e venti, prima campana "e spegni quella sigaretta" e migliaia di gambe e di occhiali di corsa sulle scale.
Le otto e mezza tutti in piedi il presidente, la croce e il professore che ti legge sempre la stessa storia sullo stesso libro, nello stesso modo, con le stesse parole da quarant'anni di onesta professione.
Ma le domande non hanno mai avuto una risposta chiara. E la Divina Commedia, sempre più commedia al punto che ancora oggi io non so se Dante era un uomo libero, un fallito o un servo di partito. Ma Paolo e Francesca, quelli io me li ricordo bene perché, ditemi, chi non si è mai innamorato di quella del primo banco, la più carina, la più cretina, cretino tu, che rideva sempre proprio quando il tuo amore aveva le stesse parole, gli stessi respiri del libro che leggevi di nascosto sotto il banco.
Mezzogiorno, tutto scompare, "avanti! tutti al bar". Dove Nietsche e Marx si davano la mano e parlavano insieme dell'ultima festa e del vestito nuovo, fatto apposta  sempre di quella ragazza che filava tutti (meno che te) e le assemblee e i cineforum i dibattiti mai concessi allora e le fughe vigliacche davanti al cancello e le botte nel cortile e nel corridoio, primi vagiti di un '68 ancora lungo da venire e troppo breve, da dimenticare! E il tuo impegno che cresceva sempre più forte in te... "Compagno di scuola, compagno di niente ti sei salvato dal fumo delle barricate? Compagno di scuola, compagno per niente ti sei salvato o sei entrato in banca pure tu?