sabato 14 aprile 2012

...mangiare e dormire con la terra


Bivacco Perugini e Campanile di Montanaja, Novembre 2011. Il sole scende rapidamente e la torre, immane meridiana celeste, segna il passare delle ore e l'arrivo del crepuscolo, rapido in questa stagione. L'aria è immobile e il silenzio è assordante. ...vrrrrr, una specie di ronzio. Il silenzio è il bene più prezioso che abbiamo perduto.

"Qualche anno fa, forse era il 1991, complice la lettura di "vita nei boschi" di H.D.Thoreau trascorsi tutto il mese di febbraio nella splendida casera Laghetto, in alta val Frassina. Volevo starmene in pace, da solo a contatto con la natura e i miei pensieri. [... ]. Rimorsi, rimpianti spingevano alla porta, accompagnati da remote tristezze. La candela dava vita a ombre che ballavano sulle pareti della stanza [...]. Durante la prima settimana il sonno non voleva sapere di prendermi con se. La testa si caricava di ansie al punto di farmi percepire gente nella stanza. Dopo i primi 4/5 gg difficili sentii che stavo riappropriandomi dei ritmi naturali che l'uomo ha dentro di se...I gg iniziarono a scorrere veloci, l'ansia era scomparsa, di notte dormivo tranquillo. [...] Di giorno giocavo con la natura, di notte ascoltavo le voci degli esserei misteriosi che la popolavano. In quel silenzio pacifico percepivo più che in chiesa la presenza del Grande Architetto."


Monfalconi, Alta val Montanaja, Novembre 2011. A mio avviso, uno dei più bei circhi di tutte le alpi. E' visibile in basso la traccia di salita. La settimana successiva non sarebbe più stato possibile salire sin qui senza attrezzatura e probabilmente fino ad oggi non troppe persone saranno salite quassù.

"...anche il nostro malgaro si fermò. Si perse nel caos di quei giorni (alluvione del Vajont N.d.A.) e con lui il suo antico mestiere. Le casere vennero invase dalle ortiche; in pochi anni le scandole marcirono lasciando filtrare l'acqua dal tetto[...]. Ora non è rimasto più niente di quei luoghi della memoria, se non i bianchi muri malinconici. Ma da quelle esperienze qualcosa si è salvato oltre ai ricorsi: se non altro la consapevolezza che occorre resistere, tenere duro in ogni situazione. Il tempo poi darà valore alle cose vissute, facendoci magari apparire buone e belle quelle che da giovani ci sembravano cattive e ostili. Ripensando a quei giorni di continuo contatto con la natura e con gli animali mi viene in mente un passo di una poesia di Whitman che mi regala un certo orgoglio e che dice:
ora vedo il segreto per fare gli uomini migliori
crescere all'aria aperta,
mangiare e dormire con la terra."


Cime dei preti, Alta val Cimoliana, Novembre 2011. La neve, ventata di fresco, si è depositata come zucchero a velo su questa splendida montagna che ho visitato per la prima volta con l'amico Flavio, grande alpinista, e che non ho più rivisto. Mi piacerebbe molto salire ancora con lui.

"...viveva in una semplicità disarmante che forse è il segreto della serenità. Molte volte troppo sapere conduce all'ansia, poichè ci pone di fronte a domande inquietanti. Lei invece non si poneva nessun problema, nessun perchè: viveva e basta. Viveva in armonia con la natura e gli animali e possedeva la fede; tutto qui.[...]
restò fedele a quel mondo arcaico che aveva conosciuto da bambina. Fedele a quei cicli che vivono del respiro delal terra, fedele a quegli anni passati nel lavoro e che il Vajont aveva cancellato per sempre."

Brani tratti da "Nel legno e nella pietra" e "Il volo della martora" M. Corona. Mondadori e Vivalda Editori.

Mauro Corona è uno scrittore, alpinista e scultore italiano. Scultore ligneo, si dedica all'alpinismo: ha scalato numerose vette italiane ed estere, aprendo oltre 300 vie di scalata nelle dolomiti d'oltrepiave. È autore di svariati libri, alcuni dei quali bestseller.

...niente è fermo in questo mondo


Isola di Tavolara, Sardegna, Aprile 2012, ci hanno scaricato con un gommone e siamo rimasti soli, con le capre selvatiche. Sopra di noi c'è una montagna immensa che ricorda le dolomiti, attorno centinaia di gabbiani. Fiori ovunque. Voglio restare qui.


"...questa roba non serve a niente, non c'è niente da conquistare al di fuori degli istinti naturali che abbiamo perso. Se gli uomini vogliono sopravvivere devono imparare a stare insieme, per stare insieme devono imparare a condividere ogni cosa [...].
Continuiamo a comportarci come se fossimo Dei anche se ogni giorno dobbiamo scendere dalle nostre divine altezze per scaricare gli escrementi come qualsiasi altro animale; continuiamo a far finta di essere immortali.
Ti sei mai chiesto perchè gli uomini davanti alla morte si comportano come se fosse un evento straordinario e brutale? Te lo dico io perchè, perchè tutti in fondo pensiamo di essere eterni, senza fine, perchè ci piace vivere e perchè la vita in sè appare come un'immagine ferma."



Spiaggia di Berchida, Sardegna, Aprile 2012, il sole sta scomparendo alle nostre spalle, la spiaggia è morbida come il velluto. Questa notte pioverà molto forte, al mattino nasceranno milioni di fiori.

"Ma niente è fermo in questo mondo, l'hanno capito tutte le specie viventi tranne noi, creature indegne e insignificanti... per questo abbiamo inventato Dio, il paradiso, la  vita eterna, perchè non riusciamo a percepire il fatto che ogni nostro respiro, ogni nostra esperienza, nasce dalla natura e ritorna nella natura, e si trasforma nella sostanza che dà vita ad altre creature...questo è Dio, questo è il paradiso, questa è la vita eterna, ma non dipende da noi, non siamo figure centrali, possiamo solo contribuire a mandare avanti questo mondo senza rovinarlo.."


Cala Branchida, "Tahiti", Sardegna, Aprile2012, come questi fiori niente è eterno, tra pochi mesi qui sarà un deserto, ma questo eterno rinnovarsi è anche la parte migliore. Senza movimento, senza nuvole, senza vento non ci sarebbe vita.

Qui sono riportati i frammenti di quanto ha detto il nonno di Nicolai Lilin al nipote in Siberia, tratto da "Il respiro del Buio" Einaudi 2011.



Nicolai Lilin ha origini siberiane e ha vissuto in Transnistria fino al 2003 e da allora vive in Italia, in provincia di Cuneo. Lavora a Milano e scrive in lingua italiana. Dopo le esperienze di guerra in cecenia si è sposato con una donna italiana ed è padre di una figlia.Oltre all'attività principale di scrittore gestisce anche un laboratorio di disegno e tatuaggio tradizionale siberiano a Milano