mercoledì 6 marzo 2019

I viaggi di Jupiter

Pezzo di oggi Lunaspina di Ivano Fossati - Ascolta



Ho finito di leggere in questi giorni "I viaggi di Jupiter" di Ted Simon
Forse è il più bel libro di viaggio che abbia mai letto. Non so, dico sempre così quando ne finisco uno, ma penso che lui, nello scriverlo, ci ha messo veramente tutto il suo cuore, veramente tutto. Mi è piaciuto tanto. Ecco alcune frasi prese qua è la



Thoreau in prossimità del laghetto di Walden scrisse:
"Abbiamo una gran fretta di realizzare un telegrafo magnetico dal Maine al Texas; ma potrebbe darsi che il Maine e il Texas non abbiano nulla di importante da dirsi."



Se Thoreau vivesse oggi, avrebbe la piena conferma dei suoi timori. Le notizie fulminee vengono immediatamente superate. Soltanto le idee più banali possono varcare con successo grandi distanze alla velocità della luce. E qualsiasi cosa viaggi molto lontano e molto rapidamente, difficilmente merita di essere trasportata, in particolar modo il turista.



Forse vi sono uomini senza fantasmi alle calcagna che in una nube temporalesca, vedono solo correnti ascensionali e vapore acqueo. Io comunque non mi cambierei con alcuno di loro.



Quel poco di grandiosità che fiorisce nella mia vita fiorisce dai miei miseri inizi. I momenti di serenità che conosco sono mille volte più preziosi perchè si tratta di interludi....



...ricordo i miei tentativi impacciati di simulare la normalità, e i disperati tradimenti della mia indole per evitare di venire smascherato. Poi la graduale scoperta che anche altri si contorcevano e cedevano sotto le stesse tensioni, e che, dietro l'apparente conformismo della vita quotidiana, si celava un mondo in cui ogni cosa era "l'opposto, originale, strana"



Cominciò allora un lungo apprendistato per divenire qualcosa di certo a buon diritto, da cui vedere ed essere veduto. E, in seguito, venne la ricerca di rapporti, liberamente offerti e accettati,  a conferma del fatto che il mondo e io, tutto sommato, eravamo fatti uno per l'altro.



Per qualche tempo, assorbito dal materialismo di Los Angeles, tale da ingannare la mente, avevo dimenticato i 48000 km di pianure, montagne, fiumi, foreste, deserti, cieli stelle: ma non sarebbero mai potuti essere cancellati dal mio subcosciente.



Come accade per la musica, potevano essere ignorati per qualche tempo, nel corso di qualche entusiasmo a breve termine, ma la brama cresceva silenziosamente entro di me finchè qualcosa di lieve come il profumo di un pino o alcune note di pianoforte mi avvertivano che ero pericolosamente vicino a morire di inedia



Considerai questa esperienza una parabola sulla vita, ritenendo che, fino a quando facevo quel che facevo con tutto il cuore, ogni cosa sarebbe potuta soltanto andare bene e, se c'era sofferenza, anch'essa doveva condurre a qualcosa di meglio. La sofferenza sarebbe stata inevitabile. Il viaggio doveva essere portato a termine.


Una volta di più, il Viaggio avanzava pretese voraci su di me. Avevo l'impressione di essermi dedicato a un sacerdozio.


"Per quale ragione sta compiendo questo lungo viaggio?"
"Per sapere" era stata la mia risposta, perchè mi stancavano ormai le consuete, prolisse, spiegazioni
"Ma cosa vuole sapere?" aveva insistito lui
"Voglio sapere perchè lo sto compiendo"...


...Avevo scoperto, tutto sommato, perchè stavo compiendo il Viaggio?
Mi sembrava che vi fossero stati momenti, in quei quattro anni, durante i quali avevo saputo, i momenti nei quali il Viaggio non richiedeva alcuna giustificazione


Non mi occorreva, allora, alcuna spiegazione migliore, del Viaggio, che quella di trovarmi esattamente dove mi trovavo, e di sapere quel che sapevo. Quelli erano i momenti in cui mi sentivo colmo di naturale saggezza, e bussavo alla porta stessa del cielo. I giorni di Jupiter.


Potrei dire alla gente di rifiutarsi di avere paura e di cercare di fare sempre ciò che è giusto. Ci è stata data una bussola nel cuore, capace di guidarci verso ogni successo nella vita


Nel frattempo faccio molti sogni. Sogno spesso di viaggiare sul duro e rosso suolo di una vasta foresta, sotto un'alta tenda di un verde traslucido, che si estende a non finire. Una foresta incantata, forse, dove gli uomini possono, a volte, ancora divertirsi a essere déi.


ted simon

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