mercoledì 21 maggio 2014

...ritorno alla bicicletta



 



Dopo aver rimesso a posto la fida Atala ho fatto un bel giro nel cuore della toscana


Direzione La Sassa, Canneto, Monteverdi Marittimo e ritorno


Il silenzio vale più di mille parole, lo so, è che alle volte hai bisogno di quelle mille parole 




Alla ricerca del monastero scomparso: Avevo visto sulla carta approssimativa delle colline metallifere in mio posessso che esisteva un monastero quasi irragiungibile, non era neanche localizzato esattamente sulla mappa, solo indicativamente, un punto in mezzo al niente. Dopo due ore di ricerca, un sentiero dopo l'altro, sono tornato indietro un monte di volte e poi l'ho visto in cima a un poggio, da lontano, ma la strada era ancora lunga...ormai però avevo visto dov'era...e ci sono arrivato!


Poi, quando ero lì, ho scoperto come si chiamava e l'ho cercato su wikipedia: c'era!!!

La fondazione del monastero benedettino risale al 754 ed è legata alla figura del nobile longobardo figlio del gastaldodi Pisa Ratgauso Ratchausi, Wilfrido (San Walfredo), ritenuto capostipite dei conti della Gherardesca, che ottenne l’investitura dal re dei Longobardi Astolfo, succeduto a Re Liutprando.

Il Monastero venne costruito nel sito di Palazzuolo dove si trovava una villa romana e un tempietto della dea Bellona (!!),alla costruzione del monastero si fa poi risalire il successivo primo nucleo del paese. Il monastero, venne fondato il località Badivecchia nella zona dell'attuale podere San Valentino sul poggio del palazzuolo, non è certo se all'insediamento romano seguì un insediamento longobardo, come farebbe intendere il nome Palatiolum, ma la cornice marmorea con nodo longobardo in bassorilievo che venne ritrovata in questa località apparteneva quasi sicuramente al monastero di San Pietro, oggi è conservata nel palazzo comunale di Monteverdi Marittimo.

Il monastero nell'XI secolo acquistò notevole importanza, successivamente nel 1179 circa fu spostato nell'attuale sito di Poggio Badia dove si vedono ancora le rovine, nel 1298 divenne vallombrosano, fu abbandonato nel 1561 quando si richiese il trasferimento dei monaci dentro il castello di Monteverdi, a condizione che si mantenesse il titolo di San Pietro; questo nuovo convento si limitò ad un ospizio con due o tre monaci dell'abbazia di Vallombrosa, del quale si hanno notizie fino al 1781.

L'interno era formato da una sola grande navata terminante in un'unica abside. La facciata e la copertura sono scomparse, mentre rimangono parti del fianco sinistro e del transetto. Il paramento murario è in conci di alberese perfettamente tagliati e commessi, che sul piano destro si alternano in bicromia a fasce di laterizio.





Questo è tutto quello che resta di questo luogo straordinario, che sta ormai per essere ingoiato dalla macchia. non c'è un segno, un cartello, un indicazione.


Così è la mia vita,
un affresco molteplice e variabile
che solo io posso decifrare
e che mi appartiene come un segreto.
La mente seleziona, esagera, tradisce,
gli avvenimenti si sfumano,
le persone si dimenticano
e alla fine rimane solo il percorso dell’anima,
quei rari momenti di rivelazione dello spirito.
Non interessa ciò che mi è accaduto,
ma le cicatrici
che mi segnano e mi distinguono.

(Isabel Allende)


Il paese-castello di Canneto

      

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