domenica 1 luglio 2018

Lagorai


Un po stanco dopo il tiro Firenze_Croce d'Aune qui sto salendo al rifugio Tita piaz, ancora chiuso per il periodo invernale. Quest'anno le precipitazioni nevose sono state ingenti e c'è ancora tanta neve non solo nei canali ma ovunque. L'erica però è già fiorita.


Ci sono anche milioni di crochi che stanno uscendo e la neve, appena sciolta, lascia loro il posto sui prati infiniti del pian d'avena, poco sopra il passo.



Bandiere nepalesi: Il blu per il cielo che osserviamo sempre, il bianco per l'aria e il vento che ci fa sentire vivi, il rosso per il fuoco che scalda il cuore, il verde per l'acqua così preziosa, il giallo per la terra da amare e rispettare.




"Chi non si muove, non può rendersi conto delle proprie catene» 
Rosa Luxemburg


In sosta in fianco ad un agriturismo chiuso passo una delle notti migliori, in quanto a sicurezza, silenzio e comodità. La notte in realtà sento un respiro pesante e scavare un po, non so se è l'orso o un cervo ma ero così tranquillo che mi sono riaddormentato immediatamente :-)


Al mattino c'è sempre una pace infinita, se penso a quante volte mi sono svegliato con il frastuono delle auto, urla, lavori interminabili in strada e nelle case, quante cose sono cambiate.


Pieve Tesino è un bellissimo posto sulla mia strada verso il filmfestival di trento. Devo fare le spese e il pieno dell'acqua, poi da qui si entra nel magico mondo del lagorai.


In fondo alla val malene, bellissima, c'è la malga sorgazza, chiusa per l'occasione, un posto speciale dove trascorrere le prossime notti in santa pace.


La salita più bella che si può fare da qui e cima d'asta, ma è veramente lunga e ho l'impressione che ci sia ancora tantissima neve in quota, anche se ancora non posso immaginare quanta ne troverò.


Ho provato, ho fallito. Non importa, riproverò. Fallirò meglio.
Samuel Beckett



Il camper, così piccolo sulla destra della foto, rende l'idea delle dimensioni di questa vallata e del gruppo, così diverso da quelli che si trovano in zona, col granito al posto del calcare, e anche così isolato, sconosciuto, selvaggio.


Presto mi rendo conto di come cima d'asta sia irragiungibile in giornata, servirebbe pernottare almeno al bivacco invernale del rifugio brentari, come ha fatto un tipo che ho incontrato mentre salivo. Oltretutto la neve in molti punti non è ancora chiarita, a volte servirebbero le racchette, che ho con me, a volte i ramponi, che invece non ho, a volte si entra dentro ed è pericoloso.


Ci sono dei posti infatti, vicino al torrente, dove l'acqua in fusione ha iniziato a scavare delle grotte assurde invisibili da fuori e se uno per caso entra dentro, oltre al pericolo di finire in acqua, e non è assolutamente una cosa piacevole, c'è anche il rischio, specialmente con le racchette, di non riuscire ad uscire fuori. La zona è anche senza segnale. Quindi a un certo punto rientro.


Il giorno successivo mi dirigo invece a forcella magna, che si rivela una alpinistica di tutto rispetto, più che altro per l'ambiente selvaggio e solitario e anche perchè non avendo i ramponi non posso fare traversi eccessivamente esposti.


In cima anche se non c'è il sole il panorama svela tutta la sua grandezza abbracciando buona parte del lagorai e arrivando fino al brenta e oltre


Dalla malga sorgazza, senza nemmeno essere menzionata da nessun cartello turistico, si arriva in pochi minuti alla forra del torrente grigno, in questo periodo di disgelo vermante favolosa e rara tra quelle che ho visitato sulle alpi in questi ultimi anni.


Il torrente scorre impetuoso tra pareti di granito scuro e resti di imponenti slavini, come si può intravedere nella foto qua sopra, Il tutto è perfettamente collegato da passerelle in legno, ponti e sentieri attrezzati che permettono di osservare la forza di quest'acqua che scende vorticosamente a valle e la sua immensa energia.



Ci sono anime che hanno
stelle azzurre,
mattini sfioriti
tra foglie del tempo,
casti cantucci
che conservano un antico
sussurro di nostalgia
e di sogni.



Altre anime hanno
spettri dolenti
di passioni. Frutta
con vermi. Echi
di una voce arsa
che viene di lontano
come una corrente
d’ombre. Ricordi
vuoti di pianto
e briciole di baci.


La mia anima è matura
da gran tempo,
e si dissolve
confusa di mistero.
Pietre giovanili
consunte di sogno
cadono sulle acque
dei miei pensieri.
Ogni pietra dice:
«Dio è molto lontano!».



Federico García Lorca
Ci sono anime che hanno… (8 febbraio 1920)
da “Poesie (Libro de poemas)”





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