lunedì 7 dicembre 2020

These Days

Nico - These Days - Ascolta

Suzanne - Francoise Hardy - Ascolta



Volevo vuotarmi di tutto quello con cui nel mondo giù a valle ci si ingozza e ci si distrae: le notizie, i desideri, le speranze, le chiacchiere. Lassù, senza elettricità, senza telefono, senza giornali, senza niente e nessuno di cui tener conto era facile fare un po' di vuoto. Appena ci si stacca dalla routine, ci si accorge di quanta poca libertà, anche interiore, si ha nella vita di tutti i giorni e di come quel che solitamente facciamo e pensiamo è spesso frutto di semplici automatismi. Diamo per scontati i ragionamenti della ragione, le nozioni della scienza, le esigenze del nostro corpo e quelle della logica e con ciò ci impediamo di vedere il mondo e noi stessi in modo diverso dal solito.

Anch'io quante idee e convinzioni, quanto "sapere" avevo accumulato nella mia vita! E non sarebbe stato bello tornare a essere un foglio bianco su cui scrivere qualcosa di completamente nuovo? (T.Terzani)


Quando arriva il tramonto la pineta di cecina si trasforma, il sole basso entra lentamente sotto le chiome e tinge i trochi di rosso. I pini lasciano la loro aroma come ultimo regalo prima della notte che arriva presto, d'inverno. Sono dieci, quindici minuti ma di una magia assoluta


Poggio al pruno è un posto magico. Proprio in cima al poggio più alto della magona era sede di un vecchissimo ristorante che in realtà era il podere di una tipa della sassa, la rina, che, se avvisata in anticipo, cucinava per chi lo chiedeva. La caccia era il menù principale e lo ricordo, ero un bimbo, come un posto assolutamente fuori dal mondo e degno dei tempi più antichi. Dice che adesso lo ha preso un russo, lo ha trasformato coì e chiede 8000 euro la settimana. Sembrano parecchi ma consiglio di andare a vedere, il panorama sul mare lascerà senza fiato.


Tre fratelli che si volevano così bene, tantissimi anni fa


Meraviglioso, il silenzio! Eppure noi moderni, forse perché lo identifichiamo con la morte, lo evitiamo, ne abbiamo quasi paura. Abbiamo perso l’abitudine a stare zitti, a stare soli. Se abbiamo un problema, se ci sentiamo prendere dallo sgomento, preferiamo correre a frastornarci con un qualche rumore, a mischiarci a una folla anziché metterci da una parte, in silenzio, a riflettere. Uno sbaglio, perché il silenzio è l’esperienza originaria dell’uomo. Senza silenzio non c’è parola. Non c’è musica. Senza silenzio non si sente. Solo nel silenzio è possibile tornare in sintonia con noi stessi, ritrovare il legame fra il nostro corpo e tutto quel che ci sta dietro. TT


C’era qualcos’altro lassù che col passare del tempo divenne per me sempre più importante: il silenzio.
È un esperienza a cui non siamo più abituati. Lassù faceva da sottofondo a tutte le esperienze.
C’erano vari silenzi ed ognuno aveva le sue qualità. Di giorno il silenzio era la somma del cinguettare degli uccelli, del gridare degli animali, del soffiare del vento su cui non compariva mai un suono che non venisse dalla natura: non il rumore di un motore, né quello prodotto da un uomo. Di notte il silenzio era un unico, sordo rimbombo che usciva dalle viscere della terra, attraversava i muri, entrava dappertutto. Il silenzio lassù era un suono. Un simbolo dell’armonia dei contrasti a cui aspiravo? I miei orecchi, mi accorgevo, non sentivano assolutamente nulla, ma quel rimbombo era fuori e dentro la mia testa. La voce di Dio? La musica delle sfere? Stando in ascolto, anch’io cercavo di definirlo e immaginavo solo un enorme pesce che cantava sul fondo del mare. TT


Capivo perché certi popoli non abbiano avuto bisogno di scritture sacre, di messaggi portati da qualcuno venuto da qualche aldilà. Quello davanti ai loro occhi, aperto a tutti, era il libro da leggere. Tutti i messaggi erano lì. C'è qualcosa di intimamente sacro nella natura in cui l'uomo non ha ancora messo le mani per sfruttarla e piegarla ai suoi fini.TT



La natura nella sua primitiva purezza, è in equilibrio, ha quella completezza a cui noi umani aspiriamo. Semplicemente osservandola, avevo l'impressione di ritrovare una patria; sentivo un'assonanza che avevo dimenticato. Rimettere la mia vita al suo ritmo mi pareva in sé una medicina. Nelle città non ci facciamo più caso. Il giorno finisce e automaticamente si accendono le luci. Si continua a leggere, a camminare, a lavorare lo stesso. Si potrebbe - e molti, costretti dai loro mestieri lo fanno - capovolgere tutto: star svegli di notte e dormire di giorno. Ma con questo capovolgiamo noi stessi. Più ci inciviliamo, più ci allontaniamo dalla natura, compresa la nostra natura che è quella di essere parte del tutto.TT


Seduto su un'alta roccia del crinale, a volte per ore, senza l'angoscia dello scorrere del tempo, imbacuccato contro il freddo, dinanzi all'orizzonte traversato da catene e catene di montagne bianche e azzurre, avevo momenti di estasi. Lo stesso vento che carezzava me piegava i fili d'erba ai miei piedi, spingeva le nuvole nel cielo, e la vita che sentivo tutta attorno nelle piante, nei fiori, negli animali era la stessa che scorreva nelle mie vene. La natura aiuta a espandere la coscienza e la mia sembrava improvvisamente capace di percepire la totalità. Nella natura non c'è niente di piccolo, di meschino; niente che ci angustia, che ci immiserisce. Al contrario, nella natura ci si sente portati alla grandezza e, come volessimo far entrare dentro di noi quella che è fuori, allarghiamo istintivamente i polmoni e respiriamo profondamente.TT


Se i tanti mesi di solitudine e di concentrazione erano solo serviti a rendermi così insopportabile, non erano davvero valsi la pena. Mi rendevo conto che questo dipendere dalla solitudine per essere in pace era una forma di immaturità, ma esserne cosciente non bastava. Capivo che la solitudine in se non è la soluzione. TT


E' solo un punto di partenza da cui però io non mi ero mosso. Nell'Himalaya avevo trovato il silenzio fuori, ma non avevo ancora fatto pace dentro di me. Pensavo solo a tornare "lassù" per rimettermi "al lavoro" come lo chiamava il vecchio.TT


La goccia che fece traboccare il mio vaso fu il carrello del supermercato di Maresca, il più vicino a Orsigna. Ero andato a fare la spesa, mi trovavo tra gli scaffali. Lentamente con gli occhi scorrevo lungo i ripiani per prendere quello di cui avevo bisogno e buttarlo nel carrello. Guardavo gli altri fare come me, poi stare in coda per pagare, sentivo il rumoreggiare dei registratori di cassa sentivo il richiamo a comprare di tutte quelle scatole, dei bussolotti, dei colori, delle figurine e non ce la feci più. Ero pazzo io o il mondo? Lascia il carrello mezzo pieno lì dov'era e tornai alla macchina. Nel giro di 24 ore ero su un aereo diretto a Delhi. Due giorni dopo nella mia casa di pietra. TT


Qua sotto Asolo in bicicletta, una bella novità


Sopra il lago del MIS c'è un rifugio straordinario, aperto e tenuto benissimo, ho avuto anche la fortuna di trovare il fuoco ancora acceso lasciato da un gruppo che se n'era appena andato. Ho passato delle belle ore e il rientro al camper, anch'esso parcheggiato in un bellissimo agglomerato di case sopra il lago, è stato di una magia assoluta


Vecchi tempi, vecchi ricordi, un mondo che non c'è più. Sigfrido, Lilia, Piergiorgio, Giampaolo, Adalberto


Fedina, zia Lelle, Gnanutte con cesarino e Fabio, la Pia, lo zio Kos 


-Tengo miedo de no poder llegar...
-No te preocupes de "llegar" sino de "avanzar". Ir avanzando es ir llegando. AJ


Le gemelline, che grandi!


una volta chiesi al vecchio se la famiglia poteva essere un ostacolo alla vita interiore.
" per Buddha lo fu" rispose.
Poi quando capì che parlavo di me e il paragone con l'illuminato non calzava, mi raccontò una storia di Tagore intitolata "l'aspirante asceta"
Un uomo decide di lasciare la famiglia per farsi sanyasin. Una notte quando, di nascosto, sta per partire, getta un ultimo sguardo alla moglie e ai figli addormentati e, rivolto a loro, dice: "Chi siete voi che mi tenete qui incatenato?"
Una voce nel buio bisbiglia :"Loro sono me, sono DIO"
L'uomo non fa attenzione, non ascolta e parte. E a Dio non resta che concludere
"Ecco uno che per cercarmi, mio abbandona"TT


no alla lunga io non ero fatto per l'ascetismo, per la rinuncia. La vita era per me qualcosa di meraviglioso, un richiamo ancora forte. Il mio stesso sentirmi bene nella natura ne era una riprova. Un giorno mi colpì vedere come alcuni fiorellini crescevano, commoventi, nelle fessure tra le pietre della mia casa. tenaci e fantasiosi. Quella loro determinazione a vivere godendo del sole era anche la mia. TT


Trovavo che era molto più nel mio carattere includere che escludere come avevo fatto anche di recente. Al limite trovavo l'includere anche più saggio. TT


Amo quelli che non sanno vivere che per sparire, poiché son coloro appunto che vanno al di là. F.Nietzche


Nessuna cosa ci appartiene, soltanto il tempo è nostro.
(Seneca)

Podere Trieste, sconosciuto, isolato, disabitato


"Un uomo che conosce bene la bellezza di un bosco in primavera, la bellezza dei fiori, la meravigliosa complessità di una qualche specie animale, è impossibile che dubiti sul senso del mondo"
(K.Lorenz)


Io amo i grandi disprezzatori perché sono i grandi veneratori, e frecce del desiderio verso l'opposta riva. FN



Amo coloro che non cercano dietro alle stelle una ragione per tramontare ed offrirsi in sacrificio: ma coloro che si sacrificano sulla terra.



Amo colui che vive per conoscere. FN


[...] Amo colui che ama la sua virtù: poiché la virtù è volontà di tramontare e una freccia del desiderio. FN


Amo colui che non trattiene per sè una sola goccia del suo spirito, ma che vuol essere unicamente lo spirito della sua virtù: come spirito, varcherà il ponte. FN


[...] Amo colui l'anima del quale si prodiga, che non vuole ringraziamento e non restituisce: giacché egli dona sempre e non si vuol conservare. FN


[...] Amo colui che è libero spirito e libero cuore: così la sua testa non sarà che un viscere del suo cuore FN


Ultimo giretto serale a Firenze, sarebbe così bella




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