mercoledì 28 ottobre 2015

..sentiero Roma, luglio 2015

...mai ho pensato, ho vissuto, sono stato vivo a me stesso, se così posso dire, come in quei viaggi che ho fatto a piedi e da solo. (Jean Jacques Rosseau)




Con ancora addosso la faccia, la stanchezza e il caldo terrificante della città mi trasferisco in val codera, una delle poche valli alpine dove ancora si può andare solo  a piedi.



"La servitù moderna è una servitù volontaria, consentita dalla massa degli schiavi che strisciano sulla superficie terrestre. Comprano liberamente tutti i prodotti che li asservono ogni giorno di più. Si aggrappano spontaneamente ad un lavoro sempre più alienante, generosamente concesso soltanto se "fanno i bravi". Scelgono loro stessi i padroni che dovranno servire. Perché questa assurda tragedia sia potuta accadere, prima di tutto è stato necessario sottrarre ai membri di questa classe ogni consapevolezza del proprio sfruttamento e della propria alienazione.



Questa è la strana modernità della nostra epoca. Contrariamente agli schiavi dell'antichità, ai servi del Medioevo o agli operai delle prime rivoluzioni industriali, oggi siamo di fronte ad una classe totalmente asservita ma che non sa di esserlo, anzi, che non vuole saperlo. Ignorano quindi la ribellione, che dovrebbe essere l'unica reazione legittima degli oppressi. Accettano senza fiatare la vita pietosa che è stata decisa per loro. La rinuncia e la rassegnazione sono le cause della loro disgrazia. Questo è il brutto sogno degli schiavi moderni che non chiedono, in definitiva, che di lasciarsi andare nella danza macabra del sistema dell'alienazione. 



Man mano che costruiscono il loro mondo con la forza del loro lavoro alienato, l'ambiente circostante diventa la prigione nella quale devono vivere. Un mondo squallido, senza odore né sapore, un mondo che porta in sé la miseria del modo di produzione dominante. Questo scenario è in perpetua costruzione. Niente è stabile. Il rifacimento permanente dello spazio circostante trova la propria giustificazione nell'amnesia generalizzata e nell'insicurezza nelle quali devono vivere gli abitanti. Si tratta di rifare tutto ad immagine del sistema: il mondo diventa sempre più sporco e rumoroso, come una fabbrica. Ogni frammento di questo mondo è proprietà di uno Stato o di un privato.



Questo furto sociale che è l'appropriazione esclusiva del suolo si materializza nell'onnipresenza dei muri, delle sbarre, delle recinzioni, dei cancelli e delle frontiere... sono il segno tangibile di questa separazione che invade tutto. Ma parallelamente, l'unificazione dello spazio secondo gli interessi della cultura mercantile è il grande obiettivo di questa triste epoca. Il mondo deve diventare un'immensa autostrada, razionalizzata all'estremo, per facilitare il trasporto delle merci. Ogni ostacolo, naturale o umano, deve essere rimosso. Gli insediamenti nei quali si ammucchia questa massa servile somigliano alla loro vita: sembrano delle gabbie, delle prigioni, delle caverne. 



Ma contrariamente agli schiavi o ai prigionieri, gli oppressi moderni devono pagare la loro gabbia. L'oppressione si modernizza estendendo ovunque forme di mistificazione che consentono di occultare la nostra condizione di schiavi. Il mio ottimismo si basa sulla certezza che questa civiltà sta per crollare. Il mio pessimismo su tutto quello che fa per trascinarci nel suo vortice. 

Mostrare la realtà così com'è veramente, e non come viene presentata dal potere, costituisce la sovversione più autentica. Solo la verità è rivoluzionaria. (J. F. Brient)




Innalzandosi dal val Codera per passare in val porcellizzo, il paesaggio si fa più imponente, qui una cascata doppia precipita dal bel granito fidelino della zona


Al bivacco, disabitato per lunghi mesi, come se ci fossimo dati appuntamento ci troviamo in 4, io, un ragazzo solo di bologna, quello con la maglia bianca, capo scout simpaticissimo e una coppia di amici di Milano!!! E' subito banda! Un pomeriggio e una serata fantastica, come se ci fossimo sempre conosciuti. Che bello, veramente in montagna si è sempre così vicini, le barriere cadono immediatamente e anche se non ci vedremo mai più il ricordo di quelle ore assieme non passerà mai. Cena con fuoco e colazione condivisa!!!



Questo enorme masso protegge il bivacco da qualsiasi ingiuria del tempo. Un riferimento.


Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l'anima in fiamme. (CB)



Che fine ha fatto la semplicità? Sembriamo tutti messi su un palcoscenico e ci sentiamo tutti in dovere di dare spettacolo.
- Charles Bukowski


Ecco un altro incontro che durerà per tutti giorni a seguire: Miro, fisioterapista delle giovanili dell'inter e suo figlio Francesco, sui 17 anni. In questa foto mi sono appena infilato 2 centimetri di sasso nel braccio, lacerato il muscolo, dal buco si vede il bianco dell'osso. Qualcosa di così drammatico che se ci penso mi vengono ancora i brividi: eppure rido! sto ridendo! Potere dell'amicizia e della fratellanza. In cuor mio sapevo che con loro non mi sarebbe potuto accadere niente di veramente grave, ed è stato così.

Francesco
Miro

L'interno del rifugio Gianetti. Posto d'altri tempi. Incontrerò altre due persone che hanno cambiato il cammino, Giampaolo Casarotto, quattro 8000 alle spalle, alpinista schivo e straordinario, a mio avviso uno dei migliori in circolazione e sua moglie Silvia, medico, che al mattino mi ha amorevolmente curato la ferita e messo in grado di andare avanti e ripartire per qualche altro giorno ancora anche se i rischi che ho corso non so se li correrei ancora.



Questa parte della val porcellizzo, al cospetto dei giganti Cengalo e Badile è straordinaria. Piena di corsi d'acqua e di fiori. Il Badile con la sua parete nordovest è un missile extraterrestre piantato nel ghiacciaio della val bondasca. Dal pizzo della trubinasca è una visione sconvolgente e indimenticabile. Veramente. Qualcosa che non avevo mai visto prima.


E' troppo presto, i primi di luglio, per fare questo sentiero alpinistico senza un briciolo di attrezzatura. Me ne accorgo alle prime difficoltà quando il tratto attrezzato con catene (espostissimo e percorso slegato... avevo giurato di non farlo mai più e ogni volta è la stessa storia, quante volte ancora ci cascherò prima di lasciarci definitivamente la pelle) finisce dentro una massa terrificante di neve ghiacciata. Si passa sopra, se non me li prestavano loro ero senza ramponi naturalmente, come un pazzo scatenato senza attaccamento per la vita che mi aspetta dietro e soprattutto davanti alle spalle. Penso sempre alle figliole da sole, senza di me. Quante volte ancora questi rischi, per che cosa poi? Cosa mi spinge a questo punto, l'amore per tutto questo, senz'altro ma direi adesso basta, basta, non vale la pena perdere tutto quanto.


Il vallone sotto il rifugio Allevi, in val Masino è come mi avevano detto: semplicemente favoloso. Una torbiera d'alta quota con l'acqua abbondantissima che scorre tra i ranuncoli e le arniche. Che tempo bello passato ad ascoltare il suo rumore. Voglia di restare qui.



Che stupidi che siamo, quanti inviti respinti, quanti, quante frasi non dette, quanti sguardi non ricambiati. Molte volte la vita ci passa accanto e noi non ce ne accorgiamo nemmeno. (Ferzan Ozpetek)



Ogni persona che passa nella nostra vita è unica. Sempre lascia un po' di sè e si porta via un po' di noi. Ci sarà chi si è portato via molto, ma non ci sarà mai chi non avrà lasciato nulla. Questa è la più grande responsabilità della nostra vita e la prova evidente che due anime non si incontrano per caso.
J. Luis Borges


Rifugio Rasceda, alta val di Mello. La casetta che mi viene assegnata è quella con la maglietta blu ad asciugare. Semplicemente bellissima. Un posticino memorabile. La nottata però si presenta difficile perchè oltre alla ferita in suppurazione che adesso inizia veramente a far male, mi sono anche ridotto molto male una caviglia scendendo. Anche adesso, in questi momenti, mi vengono in aiuto altre persone che certamente non ho incontrato per caso. L'Alma e suo marito Sergio mi rifocillano e mi curano come un figlio, sono soprattutto le loro attenzioni e la loro cura per me che mi hanno consentito di arrivare al PS di Morbegno dove, dopo avermi preso per pazzo scatenato, mi hanno riassestato e messo in condizioni di tornare a cabia. Antibiotici dopo molti anni,


La Val di Mello comunque è una delle valli più belle che abbia mai visto, la chiamano la yosemite d'Italia e adesso capisco perchè. I boulder disseminati tra i prati verdi e i torrenti impetuosi sembrano messi lì apposta per essere saliti. Qui siamo abbastanza fuori dal mondo, degna conclusione di un sentiero così selvaggio.


"Tradotto, Allemansrett significa "il diritto di ogni uomo". E non è solo uno slogan che può fare colpo sulle persone più sensibili e libertarie, bensì il concetto legale che in Norvegia e in Svezia ha un valore sacro. L'allemansrett è infatti il diritto legale di accesso alla terra che appartiene ad ogni uomo, anche quando si trova in una proprietà privata.Un'idea assimilabile al diritto di passaggio, qualcosa che permetta all'uomo di potersi spostare per il mondo come meglio crede, rispettando la proprietà altrui, ma senza limitazioni pretestuose al semplice atto del camminare per passare da un luogo a un altro."


Questo valore chiave ci è stato lentamente sfilato da sotto gli occhi distraendoci con fatue promesse di benessere, controllo e false sicurezze, arrivando a prevaricare i nostri diritti fondamentali. Adeguandoci a questa gabbia, abbiamo tralasciato il bene più grande: la democrazia del camminare."
Camminando, (Davide S. Sapienza)





Val di Mello!!! - I love you -


Non perdere la voglia di camminare: io, camminando ogni giorno, raggiungo uno stato di benessere e mi lascio alle spalle ogni malanno; i pensieri migliori li ho avuti mentre camminavo, e non conosco pensiero così gravoso da non poter essere lasciato alle spalle con una camminata… ma stando fermi si arriva sempre più vicini a sentirsi malati… Perciò basta continuare a camminare lentamente , e andrà tutto bene ..............
(Bruce Chatwin)



Le tartarughe potrebbero raccontare delle strade più di quanto non potrebbero le lepri!!! (K.Gibran)

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