domenica 14 febbraio 2016

Sicily..oh Sicily...

parte 2: Favignana

La più grande delle isole Egadi fronteggia Trapani e la montagna di Erice.


La prima sosta è a punta sottile, di fronte al faro. A tramonti infuocati seguono incantate notti stellate e delle albe piene di fascino. Da tempo non ero cosi' tranquillo.


 Dalle finestre della camera da letto questo è lo spettacolo quando chiudo gli occhi, quando li riapro al mattino. La notte è stellata e silenziosa e interrotta solo dallo sventagliare della luce del faro e dalle grida solitarie di qualche gabbiano.



La sera è incantevole stare seduti sul letto a leggere con le finestre aperte e l'odore del mare che entra dentro il camper e dentro di me. Una pace che da tempo non provavo.


Le possibilità sono infinite: mangiare un frutto, stare al pc, farsi una passeggiata o una lunga camminata sulla spiaggia, prendere il sole, leggere uno della decina di libri che mi sono portato dietro o semplicemente stare seduti di fronte alla porta a guardare i gabbiani passare e a osservare le onde del mare.


I cieli soprattutto sono di una bellezza smisurata, diversi ogni volta lasciano sempre una sensazione di infinito addosso.


Il primo sguardo dalla finestra al mattino
Il vecchio libro ritrovato
Volti entusiasti
La neve, il cambio delle stagioni
Il giornale
Il cane
La dialettica
Fare la doccia, nuotare
La musica antica
Le scarpe comode
Capire
La musica moderna
Scrivere, curare il giardino
Viaggiare
Cantare
Essere gentili.

Bertolt Brecht




Le stradelle di Favignana spesso terminano con delle sterratine che portano a delle case isolate o direttamente al mare. Questa che porta ai faraglioni è quella che più mi è piaciuta.


I muretti a secco dividono le proprietà. In questo periodo, primaverile anche se siamo a fine dicembre, è tutto fiorito.


Il mare e le spiagge sono sempre di un livello sostenuto, questa di fronte ai faraglioni è formata da migliaia di conchiglie tritate dal mare. L'acqua è trasparente.


Devi trovare un luogo dentro di te, intorno a te.
Un luogo che ti corrisponda almeno in parte.
Margaret Mazzantini




Dall'alto lo spettacolo è veramente speciale.
Uno spettacolo di verde e di blu. Sullo sfondo Levanzo.




Esci dalla tua testa ed entra nel tuo Cuore.
Pensa meno, senti di più.
Osho




Il sole ogni tanto si mescola con le nuvole e con la luce accecante del mezzogiorno creando riflessi incredibili.



Su questo pianeta è diventato impossibile perdersi. Abbiamo milioni di modi per orientarci, ricevere informazioni ed essere guidati, informati, diretti, anche se non lo vogliamo. E non abbiamo nemmeno un modo efficace, scientifico, sicuro, fottutamente affidabile per perderci. Per restare da soli, lontano. Via. Senza sapere niente di niente e niente di nessuno. Senza che qualcosa del mondo conosciuto, qualcosa di noto, faccia capolino all'orizzonte. E questo è un problema perlomeno per me, è un problema. È una questione che in qualche modo ciascuno di noi prima o poi nella vita si troverà ad affrontare: avere a propria disposizione uno spazio o un tempo o un metodo per provare a fare da solo, dovrebbe essere un diritto: perdersi. (E. Previtali)


Far da sé. Se lo si vuole, sparire almeno per un po'. Quel che serve per cominciare - quel che serve a me, il mio metodo - è far sparire i nomi dei luoghi, dimenticarsene. Dimenticarsi della storia, che non vuol dire non avere rispetto dei vecchi o di chi c’è stato prima, vuol dire lavorare alla mia di storia. Inventarla. Serve dimenticarsi dei gradi, delle difficoltà, delle indicazioni, delle relazioni tecniche e anche dei consigli. Servono come l'aria delle montagne senza nome, non è indispensabile che siano vergini o grandi, non c'è niente da conquistare, non è quello il punto. A ben vedere non è nemmeno necessario salirci sopra, alle montagne. Serve soltanto che esistano da qualche parte, come possibilità, la libertà di poter fare da solo contando sulle sole proprie forze. (E. Previtali)


Servono regioni e massicci vergini - bisogna proteggere quelle che ci sono - ma servono anche parchi pubblici in cui lasciare andare da soli i bambini, a farsi la loro strada. Niente istruzioni, niente indicazioni, niente divieti, soltanto responsabilità. Ehi, bambino, fai attenzione. Arrangiati. E' così che si impara. Servono giorni senza mamme e papà, giorni senza mappe o telefoni, senza gps, senza navigatori, senza tutor, coach, senza niente, solo noi e quello che abbiamo intorno. Giorni senza scarpe o senza calzini, perfino quello basta per cominciare una avventura: un giorno senza qualcosa.



Qualsiasi avventura comincia da un rinuncia. L'arte di arrangiarsi come spazio bianco sulle mappe. Di un po’ di niente, tutto per noi, di questo abbiamo bisogno. Serve poter andare in un posto e scoprire com’è. Esplorare. Ricordarsi di sé. In questo senso la neve fresca è una delle più grandi opportunità di cui godiamo: vedere un pezzo di mondo come fosse la prima volta. Come nessuno lo ha mai visto prima. Entrarci dentro. Che a pensarci bene, fare la propria traccia, è il miglior modo che conosco di venire al mondo un'altra volta. 




La tonnara Florio. Ha chiuso negli anni 80. Concorrenza e mancanza di tonni.


Questo angolino è davvero memorabile. I riflessi incredibili dell'acqua e del cielo generano luci stupefacenti.


Mi alzo sempre sulla montagna di S.Caterina, e ovviamente la vista si allarga sulle altre isole, su trapani e le saline, sulla forma a farfalla di quest'isola.


Bisogna rinunciare a questa corsa folle verso consumi sempre crescenti.Ciò non è solamente necessario per evitare la distruzione definitiva delle condizioni di vita sulla terra, ma anche e soprattutto per fare uscire l'umanità dalla miseria psichica e morale (Serge Latouche)


Il forte di S. Caterina, possente domina l'isola dall'alto. Visibile ovunque è un riferimento sicuro.


Ho percorso integralmente, al tramonto, tutta la lunga cresta della montagna.







Quando un uomo sa più degli altri diventa solitario. Ma la solitudine non è necessariamente nemica dell'amicizia, perché nessuno è più sensibile alle relazioni che il solitario, e l'amicizia fiorisce soltanto quando ogni individuo è memore della propria individualità e non si identifica con gli altri.

(C.G. Jung)



«In greco, «ritorno» si dice nóstos. Álgos significa «sofferenza». La nostalgia è dunque la sofferenza provocata dal desiderio inappagato di ritornare».
Milan Kundera

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