sabato 14 marzo 2020

Cres, Losinj, Susak



Qualche anno fa avevo passato la fine dell'anno qui e quindi ci sono arrivato a colpo sicuro anche con il buio, partito da trieste verso le 4 alle 6 ero qui. Posto splendido in vista di cres, lato beli, disabitato.


Questa minuscola marina proprio sotto la mia finestra fa un bellissimo rumore di mare


Il monastero di Glavotok, solitario in questi ultimi sereni giorni del 2019 e ignaro quello il 2020 avrebbe riservato, splende alla luce del mattino che in dalmazia è la più bella della giornata


Il convento è abitato, non so quanti siano ma c'erano segni di vita


"Ieri mi sono comportata male nel cosmo.
Ho passato tutto il giorno senza fare domande,
senza stupirmi di niente."


Qua sotto Cres, incantevole nella luce della sera dell'ultimo giorno dell'anno


"Ho svolto attività quotidiane,
come se ciò fosse tutto il dovuto."


Il posticino di sosta è strepitoso. E' un parcheggio per carrelli in uso la stagione estiva sopra un villaggio turistico con qualche famiglia di Rjeka venuta qui a passare l'ultimo dell'anno ma che già il tornerà ad essere quasi tutto vuoto. La sua peculiarità e l'affaccio sul golfo di Cres, tramonti da favola assicurati per tutto il periodo. Nuovi pannelli e nuove batterie caricano instancabili, mai il timore di rimanere a secco.


"Inspirazione, espirazione, un passo dopo l’altro, incombenze,
ma senza un pensiero che andasse più in là
dell’uscire di casa e del tornarmene a casa."


Qua sotto lo straordinario spettacolo a cui ho assistito una sera. Improvvisamente si è materializzato un alone fucsia in seguito al tramonto del sole. Qualcosa di inimmaginabile e mai visto prima.



"Il mondo avrebbe potuto essere preso per un mondo folle,

e io l’ho preso solo per uso ordinario."


Qua sopra in zona protetta. Una buona porzione dell'isola è stata riservata alla reintroduzione e protezione dei grifoni. Ne ho visti 16 volare assieme, girando in dolci cerchi infiniti


"Nessun come e perché –

e da dove è saltato fuori uno così –
e a che gli servono tanti dettagli in movimento."



Le falesie fronteggiano KRK, una stradella impossibile scende fino al mare


"Uno dopo l’altro avvenivano cambiamenti

perfino nell’ambito ristretto d’un batter d’occhio."



Valun, sono già stato diverse volte da queste parti eppure torno volentieri, forse il più bel porticciolo di cres


"Su un tavolo più giovane da una mano d’un giorno più giovane

il pane di ieri era tagliato diversamente."


Martiniscica, sede di un grande campeggio in stagione, adesso è solitaria e deserta con delle spiagge tra le più belle dell'isola.


"Le nuvole erano come non mai e la pioggia era come non mai,
poiché dopotutto cadeva con gocce diverse."


Quando la sera la luce del tramonto tinge di rosso ogni cosa scende una serenità che, alla luce di quello che sta succedendo adesso, nelle nostro paese, nel nostro pianeta è addirittura inimmaginabile e la nostalgia è così forte che viene da piangere


"La terra girava intorno al proprio asse,

ma già in uno spazio lasciato per sempre."


L'ultimo sole della giornata filtra tra i rami di questi profumatissimi pini che, come solo qui sanno fare, scendono fino in riva al mare


"È durato 24 ore buone.

1440 minuti di occasioni.
86.400 secondi in visione."



Ormai il sole se ne è andato, non resta che tornare in paese


"Il savoir-vivre cosmico,

benché taccia sul nostro conto,
tuttavia esige qualcosa da noi:
un po’ di attenzione, qualche frase di Pascal
e una partecipazione stupita a questo gioco
con regole ignote."
Wisława Szymborska



La strada che scende a casa bicicletta è strettissima ma fattibile con il camper, peccato per il divieto camper giù in fondo ma chissene penso che in questa stagione si possa stare



"Viviamo strani giorni. Viviamo giorni in cui si sta realizzando esattamente ciò che a tutte le latitudini le persone hanno sempre trovato difficile concepire di un viaggio come il mio. Ho sempre constatato come tutti, più di tutto, facciano fatica a capire una esistenza senza scadenze, impegni, roadmap. "Sapete perché?
Perché viviamo una esistenza fatta di caselle in cui inquadrarsi e ritrovare sé stessi. Le società moderne sono strutturate nei minimi dettagli, come ingranaggi che si devono incastrare l’un l’altro senza attrito, in modo fluido, per ridurre al minimo qualunque dispersione, che sia di tempo, energia, denaro, ecc."




"Nelle società moderne ognuno ha degli impegni, orari da rispettare, scadenze, hobby, programmi nel breve e lungo periodo, dal primo secondo in cui la mattina apre gli occhi, all’ultimo secondo in cui stanco li richiude nel letto. Per ricominciare il giorno dopo, in un loop senza fine, interrotto forse da due settimane di vacanze (ma ben concordate con il capo e ben programmate). Certo, poi ci sono delle piccole variabili che ci danno l’illusione di essere in qualche modo “liberi”, di vivere in una democrazia e non in una dittatura. Ed è quel brividino di minima autodeterminazione che controbilancia l’enorme mole di regole e leggi che ci scadenzano la nostra esistenza. Ma in realtà viviamo nella dittatura del sistema. E noi ci siamo dentro senza nemmeno accorgercene."


"E sapete come facciamo a controbilanciare la leggerezza delle nostre piccole variabili di libertà con il peso della dittatura che ci sovrasta? Sapete come ci inganniamo e ci facciamo andare bene tutto quanto?
Semplicemente dando una importanza tendenzialmente smisurata alle nostre “zone di comfort”. Quelle zone in cui ci sentiamo dentro la nostra esistenza, che ci appartiene, che teniamo saldamente in mano (anche con scadenze e impegni imposti dall’esterno, ma che accettiamo, perché no), in cui in qualche modo possiamo rilassarci ed escludere ogni evento esterno che mina la nostra tranquilla esistenza. Che siano benedette! I singoli, nelle società moderne, sono disposti a sacrificare la libertà in cambio della propria zona di comfort. Perché diciamocelo, la zona di comfort è più comoda, più facile, appoggiata su un equilibrio interiore.La libertà, quella vera, quella cioè fuori dalla zona di comfort, è difficile, impone scelte costantemente, è variabile, si deve destreggiare su un disequilibrio totale. Che stress!!!"



"Ecco. Viviamo strani giorni perché poi arriva un piccolo, infinitesimale virus che ribalta tutto ciò su cui abbiamo appoggiato le nostre vite, ovvero su quelle zone di comfort che pensavamo inamovibili. Che scardina quelle zone di comfort con cui abbiamo barattato la nostra libertà. Ed ecco che ci saltano i nostri impegni, le nostre scadenze, il nostro quieto vivere fatto di certezze, poche ma basilari. Un sopruso che ci fa sentire come quelle foglie d’autunno che pendono dagli alberi. “Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”. Ungaretti ce l’aveva con l’incertezza e la minaccia che annichiliva l’anima dei soldati in guerra. La guerra. Qualcosa che scardina l’esistenza di chiunque. Per questo insopportabile. Un sopruso. Come il virus. Con le giuste proporzioni. Ma esattamente come il virus."



"Allora quello che posso assicurare è che pure senza certezze, senza zone di comfort si vive lo stesso. Cogliete questi strani giorni come una opportunità, brutta e inaspettata, certo, ma opportunità. Per cercare di buttare lo sguardo oltre la nostra società, le nostre caselle, i nostri impegni. Fatelo come un esercizio. Con coraggio e senza paura. Tranquilli, poi tutto ritornerà come prima, vinceremo anche questa battaglia. Ma nel frattempo, non sprecate l’occasione per cambiare, almeno per un momento, il punto di vista della nostra esistenza. Sarà un insegnamento fortificante che tornerà utile. L’elasticità mentale é una grossa qualità, davvero.
E poi siamo essere umani, e l’essere umano è l’animale che ha la maggiore capacità di adattamento, non dimentichiamocelo." Ilario Lavarra



Solo la domenica c'è il battello delle 10 che fa la spola tra Unije e Susak e a degli scogli fantastici di cui non ricordo il nome in cui è possibile fermarsi su richiesta! Tutti gli altri giorni è alle 6.00 e non avrei potuto dormendo in camper al camping al cikat. C'è vento forte ma parte lo stesso e si fa un primo attracco rocambolesco a susak, uno delle isole più belle e strane in cui mi sia mai capitato di mettere piede. L'isola è di sabbia, prima grande differenza coin tutte le altre prevalentemente rocciose, e poi è quasi totalmente ricoperta di un grandioso canneto, giallo almeno in questa stagione.




In giro non c'è quasi nessuno e le poche persone anziane che ci vivono, fanno la spola dal piccolo market sorprendentemente aperto in questa stagione (grande croazia) a casa. L'isola si gira in una giornata camminando di buon passo. 


Si può arrivare prima al faro della punta sud che guarda losinj, poi al vecchio e bellissimo paese con le sue strade strette e acciottolate, alto sul porto, e poi al faro sulla punta nord che invece guarda unije. Panorami strepitosi ovunque.


Non dimenticherò mai la calma tranquillità che ho trovato qui, il sibilo dolce e incessante del vento tra i canneti che si muovono ondeggiando e seguendo le raffiche nel loro andare sul mare adriatico che qui si sente ancora selvaggio e primitivo.


La vita qui sembra sospesa, certo immagino che d'estate la situazione sia diversa con i proprietari delle seconde case che arrivano a fare la stagione ma, come confermano le mie due guide, anche in quella stagione l'isola conserva tutto il suo isolamento e il suo fascino. Le macchine non possono circolare, o sono ridotte al minimo, non avrebbe senso vista l'assenza di una seria viabilità. Ma la luce stupisce più di ogni altra cosa, in questa giornata di vento incessante abbaglia con la sua vibrante purezza cristallina.


Mi trovo, come già immaginavo, nella situazione, già vissuta qualche anno fa a fine anno nelle egadi, e cioè che il rientro è tutto da chiarire. Riuscirà il piccolo ferry ad attraccare in questo piccolo porto che oggi è orientato proprio in direzione delle potentissime raffiche? L'alternativa è rimanere qui una (o più) notti, chiedendo ospitalità a qualcuno per non dover dormire così come sono su una panchina del porto. Cerco di non pensarci e attendo trepidante con altri due passeggeri di vedere la sagoma del ferry materializzarsi da unije.


Ma conosco dentro di me la grande abilità che ha chi naviga da queste parti, da sempre abituato a tempeste di questo tipo e so con certezza che ai capitani della jadrolinja non fa veramente paura niente. Si materializza, in un attimo arriva spinto dal vento, ci consente pochissimi secondi per saltare a bordo, meno di un minuto e poi via a tutta verso lidi più sicuri


Rientrato al bellissimo camping cikat popolato di pensionati ricchissimi provenienti da tutta europa e venuti qui a svernare. Sono specialmente tedeschi con i loro concorde, cartago, hymer da centinaia di migliaia di euro.



“And the people stayed home. And read books, and listened, and rested, and exercised, and made art, and played games, and learned new ways of being, and were still. And listened more deeply. Some meditated, some prayed, some danced. Some met their shadows. And the people began to think differently.
"And the people healed. And, in the absence of people living in ignorant, dangerous, mindless, and heartless ways, the earth began to heal.
"And when the danger passed, and the people joined together again, they grieved their losses, and made new choices, and dreamed new images, and created new ways to live and heal the earth fully, as they had been healed."
~Kitty O'Meara




„Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato.“ — Haruki Murakami




"La vita
tu la prenderai sul serio,
come fa uno scoiattolo, per esempio
senza aspettarti niente di fuori e dall’aldilà.
Non dovrai fare nient’altro che vivere."




"La vita non è uno scherzo,
la prenderai sul serio,
ma sul serio a tal punto,
che addossato al muro, per esempio, con le mani legate
o in un laboratorio, in camice bianco, con grandi occhiali,
tu morirai perché vivano gli uomini,
gli uomini di cui non avrai neppure visto il volto,
e morirai pur sapendo
che niente è più bello,
niente è più vero della vita
tu la prenderai sul serio
ma sul serio a tal punto
che a settant’anni, per esempio, pianterai degli ulivi
non perché restino ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte, pur temendola,
ma perché la vita peserà di più sulla bilancia."
Nazim Hikmet




Mali losinj, secondo me uno dei porti più belli dell'adriatico si illumina dolcemente  alle prime luci della sera. La ciclabile dal cikat al centro passa dalla "boka falsa" (un falso passaggio tra le due isole) e arriva al suo bellissimo porto. SEmbra un altro mondo rispetto a Cres.


C'è addirittura una grande pista di pattinaggio sul ghiaccio proprio in riva al mare di fronte al molo principale, un posto che mi ricorda tantissimo qualcosa di triste ma anche qualcosa di bello


Inizio il rientro con l'intenzione di fermarmi ancora qualche giorno a cres per visitare i posti lungo la costa raggiungibili in bici e a piedi dove non sono ancora stato. Qua sotto una fantastica meta, sul lato che guarda krk. con una discesa vertiginosa di una decina di km si arriva in bici ad un piccolissimo porticciolo e da lì un po seguendo senza traccia il profilo della costa e risalendo poi con un sentiero suggerito da OsmAnd fino alla dorsale dell'isola. Un anello da tre o quattro ore che mi porta, mentre il sole è ormai tramontato, fino al camper.



Lo so che quello che volete indietro è ciò che era prima.
Ora, che tutti avete capito, quanto eravate felici prima.
Ma anche oggi può essere oro,
guardate quest'alba, l'ha dipinta William Turner



Un altro sogno realizzato è la traversata da cres città a sveti blaz, un vecchio centro abitato sul mare, raggiungibile solo a piedi in tre ore e ridotto ormai ad una serie di ruderi. Qua sotto la chiesa del borgo.


La spiaggetta è veramente sensazionale, per la sua forma, per come è collocata, per la sua acqua cristallina


In tempi non troppo lontani abitavano delle persone da queste parti, lo testimoniano gli ulivi centenari, degli splendidi melograni carichi di frutti maturi e alcune centinaia di pecore semiselvatiche che girano indisturbate


Per finire, diretto a Porozina, scendo nell'unico punto a nord dell'isola dove si può arrivare al mare. Dalla bellissima zona di tramuntana, che dovrò esplorare in dettaglio la prossima volta, si scende seguendo uno straordinario sentiero selciato costruito nei secoli dagli abitanti di quest'isola che non avevano altro interesse che vivere serenamente in questo paradiso che gli dei gli avevano lasciato.


Anche stasera il tramonto è arrivato velocemente in queste giornate che si stanno allungando ancora troppo lentamente. Stasera stessa sarò al villaggio del pescatore. Queste due settimane sono letteralmente volate. Occorrerà tenerlo presente nei prossimi mesi a venire. Non avrei mai potuto immaginare quello che questo 2020 ci avrebbe riservato. Che solo un paio di mesi dopo non avrei potuto rimettere piede in questo magico posto, che sarei dovuto rimanere sbarrato in casa per chissà quanto tempo a rimettere a posto queste immagini ricordando l'odore di mare e di vento e pensando a quanto male abbiamo fatto a nostra madre terra che adesso è costretta a difendersi come può, con la sua solita meravigliosa capacità di amore, con le scelte che continua a offrirci e che noi continuiamo invece a rifiutare. Con l'evidenza dei suoi equilibri eterni che continueranno a ristabilirsi anche dopo di noi.


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